Gli investimenti delle multinazionali del farmaco per la sintesi di nuovi principi attivi sono enormi, nella caccia a sostanze sempre più efficaci, semplici da assumere e prive (o quasi) di effetti collaterali. I costi sono enormi anche perché delle migliaia di composti chimici solo uno riesce a trasformarsi in un farmaco, dopo averne accertate e l’efficacia terapeutica e la sicurezza.
Ma per il 2015 ha ricevuto il Premio Nobel per la medicina la “scopritrice” dell’artemisina, ad oggi il primo farmaco per il trattamento della malaria; in effetti si tratta piuttosto di una riscoperta perché l’estratto di Artemisia Annua era da molti secoli riconosciuto dal sapere medico cinese come rimedio per le febbri elevate.
Di recente in Brasile è stato immesso sul mercato un antiinfiammatorio e antibatterico naturale estratto dalla Cordia Verbenacea una pianta tropicale che gli indios da sempre utilizzano per i dolori causati dall’artrite reumatica (senza attaccare la parete gastrica).
Non è certo il primo farmaco che ci viene regalato dalle foreste tropicali, l’olio di copaíba (antiulcera), la digitale (per le aritmie)), il curaro (miorilassante) e così via fino agli integratori tipo il guaranà (energizzante), la sucupira (reumatismo acuto e osteoporosi), il mirapuama (disfunzione erettile)… ne sono esempi.
La caccia ai farmaci naturali nelle foreste del Brasile, prendendo come punto di partenza le “prescrizioni mediche” dello sciamano del popolo della foresta e le indicazioni della medicina popolare diffuse nelle aree rurali del Nordeste , è ormai avviata da anni.
La ricerca farmacologica una volta accertato il potere terapeutico di una sostanza vegetale va alla ricerca del principio attivo, che, quando possibile, verrà prodotto sinteticamente e mixato con vari eccipienti per darne consistenza, volume e forma per consentirne l’assunzione (compresse, gocce, iniezione, spray…).
A questo punto il farmaco viene “inscatolato” per il consumo secondo le indicazioni del dipartimento marketing che ne definisce il marketing mix e le strategie di immissione sul mercato.
Alle critiche sull’eticità del mercato del farmaco (alcune delle quali comunque condivisibili) possiamo argomentare con la asetticità delle cifre. In Italia l’aspettativa di vita alla nascita (82 anni) è seconda solo al Giappone (82 anni e 6 mesi), contro una media mondiale di 67 anni.
In Africa nei diversi stati il range di aspettativa di vita oscilla tra i 40 ed i 45 anni con, in controtendenza rispetto a tutte le altre nazioni, una vita più lunga dell’uomo rispetto alla donna.