L’identità di una nazione si si associa nel modo più immediato con un prodotto titpico ma in particolare con una bevanda.
Quello che per la Francia è lo champagne, è per il Messico la tequila, per il Brasile la cachaca, per la Russia la vodka (il distillato in assoluto più consumato al mondo). Oggi però la Russia ha attenuato fortemente il consumo di vodka, favorendo quello della birra. In effetti le preferenze per le varie bevande negli ultimi 25 anni si sono profondamente evolute.
Mentre in Svezia ormai il consumo privilegiato è diventato il vino (ormai status symbol), i paesi della ex Jugoslavia sono passati in blocco alla birra, così come i paesi baltici. Romania, Bulgaria e Moldavia hanno fatto un percorso inverso e sono passati dalla birra ai superalcolici.
Forse ancora più sorprendente è la transizione in atto della Spagna dal vino alla birra. E pensare che ai tempi dell’impero romano il vino proveniente dalla Spagna era il più ricercato.
Queste oscillazioni dei consumi delle bevande se in parte sono dovute ai fenomeni migratori, in prevalenza invece sono associati a nuovi stili di vita e di consumo imposti dalle grandi multinazionali. L’aumento del consumo di birra, specie tra i giovani, è legato ad un’accorta strategia di marketing da parte dei grossi produttori del settore, che hanno associato la birra a stili più moderni, innovativi, alla musica, alla gioventù, ad un consumo di gruppo in un ambiente gioioso e festoso, relegando l’immagine del superalcolico al consumatore solitario con problemi relazionali. Diverso il discorso per quanto riguarda il vino (dal Prosecco al Chianti e via dicendo) fortemente associato a situazioni conviviali inserite in una atmosfera italiana e all’abbinamento con il buon cibo.
Per saperne di più basta dare un’occhiata alla mappa creata da Naytadata che illustra perfettamente la migrazione avvenuta nei consumi delle bevande alcoliche.
Arriva la Coca Cola con alcol
In questo filone a tenore alcolico si è inserita anche Coca Cola che con il recente lancio in Giappone di ben 3 Coke a base alcolica vuole estendere il suo posizionamento dai soft drink alle bevande con alcol. Noi speriamo che questo allargamento di gamma sia stato deciso sulla base di accurate ricerche di marketing (che ci sarebbe piaciuto leggere). Nessun dubbio, Coca Cola si può permettere questo ed altro. Noi timidamente avanziamo qualche perplessità su questa strategia di marketing che contraddice tutto quello che abbiamo appreso ed applicato sul posizionamento del brand e l’estensione di linea. Come si dice, chi vivrà vedrà (se sarà un flop o un boom). Indubbiamente, visto in positivo o in negativo, sarà un bel case history su cui riflettere.