La notizia dei bassi livelli del Rio delle Amazzoni che hanno reso visibili dei petroglifi, antiche incisioni rupestri, nella zona di Ponta das Lajes (ovvero come dice lo stesso toponimo “la punta delle lastre” di pietra quindi da sempre conosciute dagli abitanti del luogo), è stata diffusa a livello globale e rilanciata in Italia da tutti i media: “I volti scolpiti nella pietra hanno fino a 2.000 anni.
La loro scoperta è uno dei pochi benefici della siccità in corso in Brasile, che sta abbassando il livello dell’acqua di 15 metri.”, “C’è siccità nella regione amazzonica. Da luglio il Rio Negro, che sfocia nel Rio delle Amazzoni, ha perso 15 metri di profondità … Il Rio delle Amazzoni soffre il rapido prosciugamento dei suoi affluenti. Una secca che ha provocato il blocco della navigazione fluviale, interrompendo le forniture di cibo e acqua nei villaggi più remoti.”, “Il porto di Manaus, capitale dello Stato di Amazonas e città più popolosa della regione, all’incontro tra il Rio Negro e il Rio delle Amazzoni, ha registrato lunedì 13,59 metri d’acqua rispetto ai 17,60 di un anno fa.”
Per rincarare la dose, per chi non avesse compreso la gravità della situazione il lancio d’agenzia prosegue “il livello dell’acqua del fiume e dei suoi affluenti, che è in media profondo dai 30 ai 40 metri, è attualmente particolarmente basso. C’è siccità nella regione amazzonica. Da luglio il Rio Negro, che sfocia in Amazzonia, ha perso 15 metri di profondità.”
Nei lanci di agenzia si parla poi della moria di pesci e soprattutto dei delfini rosa che popolano il fiume dovuta all’innalzamento delle temperature. “Il grande fiume sudamericano subisce le conseguenze della siccità record effetto del riscaldamento globale dovuto alle attività umane.”
A corredo vengono mostrate fotografie del disastro provocato dal cambiamento del clima.
Tutto vero quello che viene scritto e mostrato? Tutto assolutamente vero! Ma c’è un particolare che non viene (opportunamente?) evidenziato.
D’altronde siano o non siamo nell’epoca del “marketing-del-cambiamento-climatico” che promuove l’impiego di prodotti green ed eco-sostenibili come estensione di linea in alternativa ai prodotti tradizionali (dall’auto elettrica alla farina di grillo e così via, compagnia cantando) per salvare il pianeta?
Vediamo di fare, per ciò che conosciamo, chiarezza.
In Amazzonia c’è il periodo della pioggia (e che pioggia!) misurato dal “Livello massimo di inondazione” e il periodo della secca determinato dal “Livello minimo di riflusso”.
La differenza del livello delle acque del Rio delle Amazzoni tra il periodo della pioggia e quello della secca non di rado raggiunge i 14 metri spingendosi anche oltre, vedi le misurazioni ufficiali: https://www.portodemanaus.com.br/?pagina=niveis-maximo-minimo-do-rio-negro e le misure, vista la portata e la vastità del fiume variano di giorno in giorno, se non di ora in ora. Confrontare quindi il dato solo con quello dell’anno precedente (come riportato dalla stampa), vista l’enorme variabilità, porta solo ad errori di interpretazione (se non mistificazione) della notizia.
Affermare inoltre che il fiume ha perso 15 metri di profondità senza parametrare il dato al “livello massimo di inondazione” serve solo ad allarmare il lettore che non è a conoscenza di questa elevata differenza dei livelli del fiume dovuta alla diversa piovosità delle due grandi stagioni climatiche.
A questo proposito vedi la nostra foto del porto galleggiante di Manaus dove vengono indicati i livelli massimi della piena, fortemente variabili.
Le fotografie drammatiche dei rigagnoli che dovrebbero certificare la secca fanno poi sorridere se confrontate con la reale dimensione gigantesca del Rio delle Amazzoni percorso durante tutto l’anno contemporaneamente da colossali navi-cargo lunghe centinaia di metri.
Per concludere, il fatto che siano emersi i volti scolpiti nella pietra (che periodicamente erano già emersi e studiati nei periodi della secca) significa che già 2000 anni fa il fiume aveva raggiunto più volte quel “livello minimo di riflusso” per consentire l’incisione delle pietre.
La siccità quindi esiste così come è sempre esistita, documentarla sì ma senza creare falsi allarmi. E poi lo sappiamo “Oggi pioggia e domani vento, tutto muta in un momento”.
Questa modesta puntualizzazione pretenderebbe di evidenziare la distanza tra vera informazione e comunicazione promozionale per la quale la notizia viene riconfezionata secondo le attese della readership oppure secondo gli interessi dell’editore, fate voi.