Se da un lato questa che vado a raccontare è una storia divertente e assurda, una parabola spesso raccontata nei paesi anglosassoni a mo’ di favola per intrattenere i bambini, dall’altro mostra plasticamente quanto sia importante valutare attentamente le conseguenze di una decisione prima di metterla in pratica.
Si, caro lettore sto portando alla tua attenzione, se già non la conosci, la “più assurda guerra della storia”, quella contro gli uccelli emù, che ancora oggi rappresenta un evento popolare nella storia dell’Australia.
Avete presente i cartoni animati dove Willy il Coyote cerca continuamente, ma senza riuscire, di acciuffare Beep Beep? Perfetto!
Per chi invece non lo sapesse, Beep Beep è un uccello che non vola ma che corre come un dannato e, furbo e imprendibile per la sua velocità riesce sempre a sfuggire alle trappole del coyote. Beep Beep classificato come “road runner” (corridore della strada) è un uccello della famiglia Cuculidae, famoso per la sua velocità nella corsa; supera infatti i 20 chilometri all’ora. È anche noto per il suo modo di correre, con il collo allungato e la testa bassa, esattamente come si vede nel cartoni della Warner Bros.
Bene, Beep Beep ha dei lontani cugini (2 diversi uccelli ratiti), che si denominano come emù in Australia e ema nel Sud America, ancora più veloci arrivando tranquillamente a correre a 50 km orari.
Entrambi, ema e emù, amano correre e schivare gli ostacoli oltre che a sfidare gli avversari. Personalmente mi sono cimentato a competere con degli ema guidando una jeep sui sentieri di terra del Sertao, ma, lo ammetto, sono imbattibili.
Beh! Riprendiamo la nostra incredibile storia. Un problema che gli agricoltori australiani stavano affrontando nel 1930 era appunto la presenza di una grande quantità di emù, grossi uccelli corridori incapaci di volare ma particolarmente ghiotti di grano. I campi australiani ricchi di grano e con abbondanti quantità d’acqua risultavano particolarmente attraenti per questi uccelli.
All’arrivo di migliaia di uccelli attirati dalle piantagioni, gli agricoltori si allarmarono ed in cerca di protezione fecero richiesta al Ministero della Difesa di intervenire.
La decisione fu immediata e contro la minaccia della distruzione del raccolto venne dichiarata ufficialmente “la guerra agli uccelli” attraverso l’uso di soldati e mitragliatrici. L’operazione bellica venne affidata al maggiore dell’esercito Meredith. I soldati, dispiegati in un’area di 100 chilometri quadrati, tentarono di sparare agli emù in movimento. Il primo giorno l’esercito si imbatté in un gruppo, si racconta, di 50 emù e iniziò a sparare a raffica con le mitragliatrici. Tuttavia, le aspettative dell’esercito non furono soddisfatte poiché gli uccelli presi di mira mostrarono un’intelligenza e una rapidità inaspettate rendendo inutili gli agguati. Gli emù erano molto difficili da colpire visto che potevano correre in terreni disagevoli fino a 50 chilometri all’ora. Inoltre, erano molto intelligenti e impararono presto a evitare le trappole e le sventagliate delle mitragliatrici con una strategia che potrebbe rivaleggiare con quella di qualsiasi altra forza militare. Ogni gruppo di Emù aveva un leader designato che monitorava attentamente l’ambiente circostante. Ad ogni indicazione di pericolo, il leader allertava il resto del branco e fuggiva.
“La guerra più assurda” iniziò il 2 novembre 1932 e terminò il 10 dicembre 1932. Nonostante giorni di intenso conflitto con numerosi colpi sparati fu uccisa solo una manciata di emù: gli uccelli si imposero come i trionfanti vincitori della guerra e continuarono a devastare i raccolti.
Rimanendo in tema di guerre assurde non si può non citare quella dichiarata nel 1958 dal leader cinese Mao Zedong contro i passeri come parte della campagna per l’eliminazione dei “quattro flagelli”: ratti, mosche, zanzare e passeri. Una componente del Grande Balzo in Avanti di Mao si concentrava infatti sull’eliminazione degli animali che percepiva come ostacoli al progresso della Cina. Il governo cinese impiegò tutte le risorse disponibili per sradicare questi animali. Il motivo per cui i passeri erano stati inclusi in questa lista era dovuta alla loro tendenza a consumare i cereali. L’intenzione di Mao era di riservare questi cereali esclusivamente al consumo umano. I passeri erano accusati di mangiare il raccolto dei contadini, e la loro eliminazione fu vista come un modo per aumentare la produzione agricola.
Il “Grande balzo in avanti”, il piano di industrializzazione e collettivizzazione forzata della Cina si basava quindi sulla convinzione che i passeri fossero responsabili dei danni al raccolto.
L’ordine fu impartito e decine di milioni di contadini, studenti e soldati si impegnarono nella carneficina degli uccelli con armi da fuoco, arco e frecce, pietre e bastoni, distruggendone i nidi e le uova.
La campagna di questa assurda guerra fu un disastro. I passeri, infatti, non sono solo mangiatori di granaglie, ma anche predatori di insetti e questo loro ruolo di predatori era cruciale per il controllo delle popolazioni di locuste e altri parassiti. Con la loro scomparsa, la popolazione di insetti infestanti aumentò vertiginosamente, causando enormi danni al raccolto determinando una significativa carenza di cibo per la popolazione.
Nel tentativo di porre rimedio alla situazione, la Cina dovette importare centinaia di migliaia di uccelli dall’allora Unione Sovietica senza però riuscire a invertire o a tamponare quella che diventò la “Grande Carestia” cinese.
La carestia che colpì la Cina tra il 1959 e il 1961 è stata una delle peggiori della storia. Secondo le stime degli storici, tra i 30 e i 45 milioni di persone morirono di fame. L’eliminazione dei passeri fu uno dei fattori che contribuirono a questa tragedia.
Se ne dovrebbe concludere che sarebbe buona norma quella di stimare sempre su quali possono essere gli esiti sulla base delle scelte. Ad esempio un manager che sta valutando di lanciare un nuovo prodotto deve necessariamente considerare tutti i fattori in gioco, come la concorrenza, la domanda del mercato e le risorse disponibili.
Un CEO che sta decidendo di espandere l’azienda in un nuovo mercato deve considerare attentamente i rischi e i benefici di tale decisione. Si tratta, in definitiva, di effettuare, prima e non dopo, come purtroppo spesso avviene, uno studio al fine di valutare attentamente le conseguenze delle proprie azioni e le possibili conseguenze negative, specie se viene dichiarata una guerra commerciale (se non una vera guerra).
Chiaro?