Quando il Cielo Parla: I Profeti della Pioggia e l’Arte di Decifrare la Natura
Quando il canto del Sabià è potente ed intenso si prospetta il bel tempo per l’arida regione del Sertão. Il canto di questo piccolo uccello particolarmente forte durante la stagione delle piogge, viene interpretato dai “Profeti della Pioggia” come un annuncio divino che promette abbondanza e prosperità. La credenza che il canto del Sabià preannunci l’arrivo delle piogge è radicata nella cultura del Sertão così come lo sono i tanti messaggi che la Natura manda ai Profeti della Pioggia che vivono in questa regione arida del Brasile.
Tante sono le storie che si riferiscono a quest’uccello particolarmente amato da questa popolazione che viene associato all’evento naturale più atteso: la Pioggia.
Si racconta di una famiglia che viveva nel Sertão, afflitto da una lunga siccità. I bambini piangevano dalla fame e i genitori erano disperati. Una sera, mentre osservavano il cielo stellato, sentirono il canto melodioso del Sabiá. Il padre, preso dalla speranza, disse ai figli: “Sentite il canto del Sabiá? Presto pioverà e avremo cibo in abbondanza”. E così fu. Qualche giorno dopo, una pioggia torrenziale bagnò la terra arida, portando sollievo e abbondanza alla famiglia.
Nell’entroterra centrale dello stato del Ceará, nella città di Quixadá, nel gennaio di ogni anno si svolge l’incontro dei Profeti che, sulla base di rituali ed esperienze raccolte nell’osservazione della natura, comunicano le loro previsioni sulla pioggia.
La presenza dei Profeti della Pioggia rappresenta un chiaro tentativo di riconnettersi con le radici culturali e le conoscenze ancestrali legate all’agricoltura e ai ritmi della natura. Oggi, in una società sempre più urbanizzata e tecnologica, l’aspetto della profezia assume un valore inestimabile che affascina e incuriosisce, attirando l’attenzione di un pubblico vasto e variegato, dai semplici cittadini agli scienziati.
Il tema dei “Profeti della Pioggia” a Quixadá mi ha affascinato suscitando una serie di riflessioni interessanti. Si tratta di un evento che merita di essere studiato e approfondito, tenendo conto delle sue diverse sfaccettature e delle sue implicazioni sociali, culturali ed economiche.
È interessante notare come la scienza e le conoscenze rurali tradizionali possano coesistere e, in casi come questo, integrarsi. Le osservazioni dei Profeti, pur non essendo basate su metodi scientifici, riescono a fornire indicazioni utili per comprendere i fenomeni naturali e, in particolare, le dinamiche climatiche locali.
Uno spettacolare ritorno al passato e alla cultura presente nelle tradizioni rurali spesso abbandonate in favore della cultura del progresso tecnologico.
Chi sono e perché sono così popolari in questa regione i Profeti della Pioggia che hanno un ruolo decisamente importante nella società contadina sertaneja?
La preoccupazione per il futuro è sempre l’aspetto dominante tra gli agricoltori e gli allevatori, i cui raccolti e le cui mandrie dipendono principalmente dall’abbondanza dei corsi d’acqua e dalla pioggia.
Un breve passo indietro nel tempo.
Nello stato del Ceará i periodi di siccità sono stati registrati periodicamente dai tempi dei tempi ma ci fu un anno in particolare, il 1890, quello della grande secca, raccontato dallo scrittore Rodolfo Teófilo nel romanzo “A Fome” (La Fame) che scosse l’opinione pubblica brasiliana. Lo scrittore, documentò l’improvvisa scomparsa di alcuni villaggi del Ceará dovuta alla siccità, unita alle epidemie di tifo, vaiolo e colera, per poi denunciare l’esodo di decine di migliaia di disperati verso l’Amazzonia.
l contadino raccoglieva i suoi pochi averi per lasciare la sua terra dove si moriva per la secca per andare nell’ignota Amazzonia dove si moriva per la troppa acqua.
Nella foresta pluviale tropicale era infatti iniziata l’estrazione del Caucciù dall’albero della gomma che necessitava di una grandissima massa di forza lavoro di tipo schiavistico. L’attività’ di estrazione del Caucciù venne presentata ai disperati in fuga dalla secca come alternativa al lavoro dei campi. Una prospettiva, che avrebbe portato in breve allo sfruttamento sfrenato di questi disgraziati incoraggiato dalle autorità pubbliche locali per alleviare la pressione generata dalla massa di contadini ormai privati di tutto.
L’esodo forzato contribuì a dare vita alla figura salvifica del Profeta della Pioggia, che invitava a non lasciare le proprie terre che sarebbero state presto bagnate dalla pioggia.
Il profeta era il vero Custode della Memoria Collettiva che avevano accumulato una vasta conoscenza empirica legata ai fenomeni naturali.
Il profeta era il depositario di questa saggezza, un ponte tra Uomo e Natura. Il profeta non era semplicemente un contadino, ma un osservatore attento e meticoloso. Studiava il cielo, le stelle, il comportamento degli animali, la vegetazione e ogni minimo cambiamento ambientale.
Oltre a fornire previsioni meteo, il profeta della Pioggia spesso assumeva un ruolo di guida spirituale e consigliere per la comunità. La sua parola era considerata sacra e influenzava decisioni importanti come le semine e la raccolta. Col tempo, quando le sue indicazioni si rivelavano esatte, l’informazione si trasformò in profezia e lui in un profeta riconosciuto.
Questa la genesi del profeta della Pioggia da non confondere con un previsore del tempo (che si serve di computer e modelli matematici ma non per questo più precisi) ma bensì della salvifica pioggia che scaccia la siccità.
Il Profeta della Pioggia guarda le stelle, osserva le piante e gli insetti, ascolta il canto degli uccelli, distingue le traiettorie degli venti e la consistenza delle terre, tutti elementi naturali che indicano, all’interprete del grande libro della natura, le possibilità della pioggia e delle prospettive di vita della gente, degli animali e dei frutti della terra.
Il Profeta della Pioggia conosce bene tutti i proverbi del Ceará, detti popolari, frutto di secoli di esperienza e osservazione della natura, che racchiudono una saggezza ancestrale che si trasmette di generazione in generazione.
Il profeta utilizza i proverbi non solo come semplici espressioni popolari, ma come strumenti per interpretare i segni della natura, per comunicare con la comunità e per rafforzare la propria autorità.
Si dice che il Ceará e’ una terra dove si nasce per castigo e si vive per miracolo, una fotografia che rappresenta la dura realtà del Sertão, una terra segnata da lunghi periodi di siccità e da una lotta costante per la sopravvivenza , la consapevolezza che la vita nel Sertão è spesso precaria e incerta.
“Quem planta feijão, planta esperança” Chi pianta fagioli, pianta speranza. Questo proverbio esprime l’importanza dell’agricoltura e della Pioggia per la sopravvivenza della popolazione e la speranza che la terra dia i suoi frutti.
“Água mole em pedra dura, tanto bate até que fura”: L’acqua che cade sulla pietra dura, tanto batte finché la fora. Queste parole sottolineano la perseveranza e la capacità dei contadini di superare gli ostacoli, anche i più grandi, come la secca.
Le previsioni del profeta erano cruciali per l’economia locale. In base alle sue indicazioni, gli agricoltori decidevano quando seminare, quando raccogliere e quali colture privilegiare.
Tutto quanto ho descritto e l’importanza dei Profeti della Pioggia nella terra arida del Sertão sarebbe andata perduta se non fosse intervenuto Helder Cortez, ideatore degli incontri annuali degli uomini e delle donne che si dedicano a fornire profezie sulla pioggia facendo si che la tradizione culturale della profezia della Pioggia non morisse cadendo nell’oblio.
Helder Cortez, chimico industriale specializzato nelle acque é direttore della Cagece, l’ Azienda Acque e Fognature del Ceara. Helder é un cearenze che conoscendo in profondità la sua terra, sottoposta da secoli alle “secche”, ha ri-scoperto e valorizzato la memoria storica dei Profeti della Pioggia, una sincera dichiarazione d’amore per la cittadina di Quixadá.
Anno dopo anno, sempre più persone partecipano a questo evento per vedere e ascoltare i Profeti che mostrano al pubblico le tecniche, basate sui segnali offerti dalla natura, che usano per le loro profezie. Donne e uomini spesso analfabeti, in stragrande maggioranza anziani, indicano con semplicità al pubblico la loro profezia e il metodo seguito per fare previsioni sulla Pioggia.
Non si può comunque negare che l’evento abbia anche una forte componente spettacolare e mediatica. L’attesa per le previsioni, l’incontro con i profeti, i rituali: tutto questo genera un certo clamore e contribuisce a promuovere l’immagine di Quixadá.
L’evento dei Profeti della Pioggia rappresenta un’opportunità per promuovere il turismo e lo sviluppo economico di Quixadá.
Un’iniziativa che oltre ad attrarre visitatori contribuisce a far conoscere le tradizioni e le bellezze di questa regione. Un formidabile mix di marketing territoriale con un importante recupero della tradizione e del fascino del mistero della profezia.
Non solo Helder Cortez ha reso possibili questi eventi ma ha anche raccolto negli anni le profezie verificando ex-post se quanto predetto fosse realmente accaduto. E, incredibilmente, perché in buona parte, si erano effettivamente verificate, alimentando ulteriormente il mito dei Profeti anche nel confronto con i metereologi.
Se il meteorologo si affida alla scienza per trarre le sue conclusioni e dare la risposta alla domanda se sarà un anno piovoso o meno, il profeta della Pioggia si basa sulla tradizione, sull’osservazione e sull’esperienza. È un empirista che non si considera inferiore ad uno scienziato perché la sua conoscenza non ha carattere scientifico ma Profetico e quando la sua profezia si avvera riceverà un ulteriore riconoscimento dalla comunità rurale.
La profezia confermata corre di bocca in bocca per ogni dove, ben oltre la regione, consolidando la fama dei Profeti che trasmetteranno poi le conoscenze acquisite ai propri figli che hanno già condiviso tutte le osservazioni e le esperienze che generano le profezie.
Il Profeta conosce ed interpreta gli innumerevoli messaggi della Natura; ne indichiamo alcuni:
- Gli animali se ben ascoltati ti dicono se quest’anno l’inverno sarà brutto o bello (cioè piovoso) I serpenti a sonagli sono magri, hanno molti figli? I rospi e le rane sono rimasti in silenzio?
- Quando il camaleonte depone le uova già ad ottobre si prospetta un buon inverno
- Quando la piante dell’ipe inizia a fiorire all’inizio di settembre e poi porta i suoi frutti, l’inverno sarà favorevole.
- Se piove dal 3 al 4 ottobre, e dal 7 all’8 dicembre, sarà un buon inverno.
- Quando l’armadillo non compare nei mesi di settembre e ottobre per nutrirsi di radici, è foriero di siccità.
- La comparsa delle tanajuras (formiche di fuoco) nella stagione invernale, determina la sospensione delle piogge per alcuni giorni
- Se il curimatã (pesce) diventa più grasso e più a forma di uovo, l’inverno sarà buono.
- Quando le pecorelle si svegliano felici e inquiete, è segno che quel giorno pioverà; Se gli uccelli João-de-barro e Maria-de-barro costruiscono la casetta con l’apertura a ovest, pioverà.
- La nascita di molti gatti significa molta pioggia.
- Un asino sudato all’attaccatura dell’orecchio è un segno di pioggia
Come si vede la saggezza del Profeta della Pioggia è intuitiva, basata sull’istinto e sulla saggezza popolare cristallizzata nei proverbi, non certo sulla razionalità.
La figura del profeta si intreccia spesso con le credenze religiose locali, espressione dei bisogni di una società contadina profondamente cattolica dove i santi della loro devozione vengono celebrati nelle varie parrocchie dell’entroterra per sapere se il prossimo anno sarà piovoso o secco.
Due i santi che si impongono sugli altri per il profondo legame con la terra e con la natura. Questo li rende figure ideali a cui rivolgersi per chiedere protezione e benedizione per le attività agricole: Francesco d’Assisi e Padre Cícero.
La vita di San Francesco, caratterizzata dalla semplicità e dalla povertà, lo avvicina alla condizione dei contadini e degli abitanti del Sertão, che spesso lottano contro la natura per la sopravvivenza.
Padre Cícero la cui figura è diventata un punto di riferimento per milioni di fedeli è considerato il protettore dei poveri e degli emarginati , in particolare nelle regioni più povere del Brasile, e la sua intercessione viene spesso invocata per chiedere la pioggia durante i periodi di siccità e protezione per i loro raccolti.
Una religiosità peculiare che si manifesta anche in un semplice starnuto e stabilisce la differenza tra gli abitanti del Ceará e i brasiliani degli altri stati.
Quando starnutiscono, le persone accanto a loro dicono: Salute!
Nel Ceará, invece di salute, si dice: Ave Maria!
Nel frattempo tutti noi proviamo ad ascoltare il canto del Sabiá come presagio di pioggia così come fece quel viaggiatore, stanco e assetato, che si perse nel Sertão. Giunto al limite delle sue forze, si sedette all’ombra di un albero e chiuse gli occhi. All’improvviso, sentì il canto del Sabiá. Il suo cuore si riempì di gioia e trovò la forza di proseguire il cammino. Seguendo il suono del canto, riuscì a trovare una fonte d’acqua e a salvarsi.