Forse la pezza, alla lunga, è molto peggio del buco. Ma non se ne parla
Fin dal settembre 2016, è ufficiale: uccidere il 99,9% dei batteri è estremamente pericoloso, sia perché vengono creati dei batteri super-resistenti, sia perché nella disinfezione vengono uccisi anche quei batteri benefici che aiutano a costruire una resistenza naturale a quelli dannosi.
La FDA (Food and Drug Administration) dette a suo tempo 1 ulteriore anno per eliminare dai saponi 19 sostanze chimiche ad effetto antibatterico.
Il motivo? Aumentano il rischio di infezioni, possono causare alterazioni negli ormoni tiroidei e sono rischiosi per lo sviluppo sessuale dei giovani.
Uno studio scientifico, tra gli innumerevoli che sono stati effettuati, ha di(mostrato) che la salmonella diventa super-resistente dopo un’esposizione prolungata ai saponi disinfettanti.
Altri studi sono stati condotti, prima del covid, sui rischi di un utilizzo prolungato di questi saponi e gel disinfettanti (fino a 100 dosi giornaliere) da parte del personale ospedaliero.
Ma non solo. Il mercato è infatti cresciuto enormemente interessando, dopo gli ospedali e gli ambulatori, le strutture pubbliche (scuole ed asili) e gli uffici, e infine il consumatore finale.
Adesso, causa il covid, stiamo immettendo quantità elevatissime di disinfettanti in tutte le forme e formati in tutti gli ambienti, anche all’aperto, comprese strade e palazzi.
Forse sbaglio ma a me sembra che la questione non sia minimamente emersa nell’agenda setting dei virologi, intervistati a reti unificate un giorno sì e un altro giorno sì, spesso contraddicendosi a vicenda.
Dimenticanza? Disattenzione?
L’emergere di superbatteri può essere spiegato dalla teoria della selezione naturale di Charles Darwin nell’evoluzione delle specie . Secondo la teoria, i batteri della stessa popolazione presentano alcune differenze che consentono ad alcuni individui di adattarsi maggiormente a quell’ambiente e diventare resistenti. Questo si studia a scuola.
La rivista Wired ci informa con un maggior dettaglio. Sono salite a quasi 5mila le specie di batteri che abitano il nostro corpo e che insieme danno vita al microbioma, quell’organo che sempre più sta assumendo un peso notevole nell’economia generale della nostra salute, e le cui alterazioni possono influenzare lo sviluppo di una moltitudine di condizioni diverse, dalle allergie, all’obesità e alle malattie autoimmuni.
Storicamente l’attenzione estrema alla superpulizia del corpo e degli ambienti è cosa recente, dovuta alla pressione pubblicitaria dei produttori di detergenti e dell’industria chimica che investendo nei radio-drammi delle “soap-opera” hanno modificato in profondità le abitudini sociali dei radioascoltatori attratti dalle storie amorose, colpi di scena ed intrighi.
Fino alla metà del XIX secolo, la maggior parte delle persone non aveva consapevolezza dell’importanza dell’igiene personale. La stanza da bagno era solo un privilegio delle classi più abbienti.
L’abitudine a lavarsi con il sapone e avere attenzione alla propria igiene personale si impose solo a metà degli anni ‘50 quando vennero commercializzate le saponette che inizialmente erano soltanto dei cubetti di sapone non confezionati, ritagliati da blocchi di sapone industriale.
Successivamente queste saponette vennero “incartate” proponendosi pubblicitariamente come mezzo per garantire non tanto l’igiene quanto piuttosto la cura della persona conferendo all’epidermide odore di pulito.
Il riferimento alla sessualità e all’aumentata capacità di attrazione del partner saranno i passi successivi della réclame che hanno fatto la fortuna delle multinazionali del pulito.
Oggi la pubblicità televisiva e social facendo leva sul senso di protezione e preoccupazione delle neomamme si è targettizzata sui bambini che camminano a quattro zampe e gli animali da compagnia, il gruppo più vulnerabile della popolazione che vive a contatto con il pavimento.
Il marketing ha sfruttato appieno la psicopatologia della pulizia e la rimozione dell’odore corporeo a tutti i costi arrivando, è storia odierna, a proporre prodotti antisettici che sterminano le cariche batteriche, buone o cattive che siano.
La diffusione del Covid ha innalzato all’estremo l’uso obbligatorio, ripetuto, in tutti gli ambienti di prodotti antisettici.
Ritengo sia lecito far conoscere i rischi/benefici di quanto ci viene imposto?
C’è un virologo disponibile?