Le dimensioni del mercato della contraffazione potrebbero sgomentare, brand costruiti su enormi investimenti sono vittime di una predazione su scala internazionale, sistematica ed implacabile da parte di contraffattori invisibili che operano come insetti ematofagi…
I prodotti contraffatti sono di solito oggetti ad elevato valore aggiunto, quali orologi, borse, valigie, accessori di abbigliamento, per i quali il valore pratico è risibile rispetto a quello di immagine. Ma nella maggior parte dei casi chi compra falsi di lusso lo fa consapevolmente e non è certamente un truffato.
Ma c’è un mercato assai più fruttuoso di quello dei prodotti da indosso di lusso, quello delle opere d’arte, e dove, in taluni casi, la creazione dei falsificatori arriva a collocarsi in competizione con quella degli artisti imitati.
Questo sembrerebbe il caso di un singolare “pittore di quadri antichi”, Icilio Federico Joni, il principe dei falsari, che allegramente si attribuì lo spudorato soprannome di PAICAP (acronimo di Per Andare In Culo Al Prossimo)
L’illustre critico d’arte Berenson dopo aver acquistato alcune tele del trecento senese si pose dei dubbi sulla loro autenticità e chiese in proposito spiegazioni al buon PAICAP. Ne risultò una fruttuosa, per entrambi,collaborazione, per cui PAICAP creava capolavori del ‘300 e ‘400 senese e, sinergicamente, Berenson ne certificava l’autenticità, piazzandoli, con la sua autorevolezza, nelle collezioni e musei più prestigiosi.
PAICAP volle anche lasciare ai posteri una testimonianza diretta del suo contributo alla storia dell’arte, illustrando nella sua autobiografia (Le memorie di un pittore di quadri antichi) almeno una parte delle sue creazioni proprio come avvenne anni fa a proposito delle teste di Modigliani realizzate con il Black & Decker.
Fino a qual punto l’opera di PAICAP abbia penetratole sale dei musei di tutto il mondo resta da stabilire (ma il nostro uomo era un instancabile produttore eh eh). Ed allora la migliore strategia da perseguire è quella di stare tutti, ma proprio tutti, zitti, truffati e truffatori. Già. È quel che appunto fanno alcuni collezionisti e responsabili di musei. E tutto questo nonostante che lo stesso PAICAP esortasse a portare in tribunale i quadri falsi «Ben vengano dunque le contraffazioni, e ben vengano i processi relativi. Sono tutti processi allegri, degni degli avvocati che li difendono e del pubblico che li segue ….». Per cui se avete acquistato d’occasione, per qualche decina di Euro, un orologio d’oro,o un diamante da collezione non datevi pensiero della sua autenticità e sfoggiatelo allegramente. Se vi chiedono quanto l’avete pagato, spiegate, con l’eleganza connaturata al vostro personaggio, che è stato un regalo. Se poi godete di un’immagine con un buon positioning, proprio come tanti musei,mercanti d’arte e collezionisti, riuscirete a sfangarvela. “Ognuno vale quel che tu pari, pochi comprendono quel che tu sei” diceva Niccolò Machiavelli nel lontano cinquecento anticipando molte strategie comunicazionali di marketing dei prodotti di lusso.