Non esiste un risposta univoca ma il buonsenso aiuta. Se il prodotto sta andando alla grande ci si deve muovere con la massima cautela perché il rischio è quello di ridurne la riconoscibilità e modificarne il posizionamento, con conseguenze imprevedibili sulle sue performance di vendita.
E’ opportuno quindi prevedere un restyling quando il prodotto tende alla fase di declino, così come quando:
- il prodotto, aggredito dalla concorrenza, necessita di essere rinnovato nelle promesse e nella grafica;
- cambiano le performance o le componenti o le caratteristiche tecniche della category;
- il prodotto deve essere lanciato in un mercato globale: altre lingue, altre culture, altri concorrenti
- si intende riposizionare il prodotto oppure riaggiornarlo alle più recenti normative di legge;
- necessita di essere più competitivo all’interno della sua category.
Ma prima di intervenire con un restyling (se non un rebranding), con tutti i costi e difficoltà che questo comporta, bisogna disporre di dati oggettivi, raccolti presso il target dei consumatori su:
- punti di forza e di debolezza del prodotto attuale;
- elementi grafico-valoriali che devono essere mantenuti (per non perdere riconoscibilità) e quali devono essere aggiornati e modificati per attrarre nuovi clienti.
Si dovrà inoltre verificare:
- se e quanto i concorrenti hanno apportato delle modifiche significative ai pack dei loro prodotti tanto da richiedere un cambio di posizionamento;
- se il prodotto necessita di un riposizionamento per rimanere competitivo o mantenere la sua quota di mercato.
In conclusione: se nessuna di queste situazioni sussiste, forse è meglio rimandare il progetto di restyling o riposizionamento del prodotto.
Ma se diventa necessario intervenire meglio (sempre prima e non dopo) far condurre al più presto una analisi SWOT.