Proprio adesso in clima natalizio assistiamo a immagini di bambini denutriti, malattie più o meno rare, canili superaffollati… Il messaggio dello spot, che pretende di agire tramite il senso di colpa generato negli spettatori, sollecita un SMS o un bonifico per alleviare lo spettacolo di tanta sofferenza.
Ma il marketing del cinismo insegna che si dovrebbe invece enfatizzare la sofferenza di un singolo individuo piuttosto che quella di una moltitudine nella quale i tanti volti diventano anonimi. È più facile per lo spettatore empatizzare, e donare, con un determinato personaggio sofferente (si pensi al film L’Asso nella Manica di Billy Wilder) che con una folla.