Come tutti i nobili, il gatto si diletta nella caccia e nella pesca, ma detesta ogni tipo di esercizio.
Il mercato italiano del Pet vale 5 miliardi di Euro, ed ha una crescita costante del 13% ogni anno.
I 13 milioni di famiglie che hanno presso l’abitazione animali da compagnia spendono mediamente quasi 400 euro l’anno in cibo, cure, lettiere, accessori, … e le cifre continuano a crescere. Lo spazio sempre maggiore che la GDO generalista e i tanti negozi specializzati nella cura degli animali dedicano è esemplificativo delle tendenze del mercato.
Censis ci informa che in Italia abbiamo 7,5 milioni di gatti, 7 milioni di cani e 1,8 milioni di piccoli mammiferi (criceti e conigli). Poi ci sono 3 milioni fra pesci e rettili e 13 milioni di volatili.
Se vi è capitato di vedere il film Highway Man, avrete forse notato che Kevin Costner ha come animale di affezione e difesa un cinghiale, “me lo hanno regalato” risponde candidamente a chi viene in visita.
In metà delle nostre abitazioni risiede almeno un animale domestico. In questa graduatoria di presenze si distinguono i single, i separati e i divorziati, segno che l’uomo è un animale sociale, quindi la compagnia di un altro animale funziona.
Le restrizioni alla libertà di movimento conseguenti all’epidemia da Covid-19 hanno recentemente incrementato l’adozione di cani (compagnia associata al permesso di uscire).
Ma soffermiamoci un attimo sui possessori di gatti. Sei curioso di conoscere il tuo profilo?
Beh,ci hanno pensato i ricercatori dell’Università di Exeter in Inghilterra; la ricerca si basa sull’interazione tra il comportamento dell’animale e la reazione umana.
Si stima che nel Regno Unito risiedano oltre 10 milioni di gatti domestici, anche se molti di questi sono piuttosto indipendenti e spesso non hanno un padrone responsabile, pertanto possono creare rischi sia per sé stessi che per gli animali più piccoli con cui possono imbattersi.
I gatti domestici si comportano in maniera diversa a seconda della loro propensione a cacciare e muoversi per casa (e fuori). L’atteggiamento dei loro proprietari può influenzare il modo in cui il felino interagisce con l’ambiente circostante.
Secondo gli scienziati dell’Università di Exeter i proprietari di felini domestici possono essere classificati in 5 distinte categorie (tecnicamente cluster):
- Protettori preoccupati. La sicurezza del felino è la loro principale motivazione nei rapporti con l’animale; tendono a trattenere il micio in casa per evitare che si possa perdere, o che possa venire catturato o ucciso
- Difensori della libertà. Lasciano libero il gatto senza restrizioni; se il micio va a caccia, è indice di un comportamento normale e aiuta a tenere sotto controllo la popolazione dei roditori.
- Guardiani tolleranti. Per il gatto, i benefici dell’uscire di casa sono maggiori dei rischi. Anche se non apprezzano le abitudini di caccia del micio, sono consapevoli che fanno parte della sua natura.
- Badanti coscienziosi. I gatti dovrebbero poter uscire, possibilmente all’interno di recinzioni, disapprovano le abitudini di caccia del micio e si sentono responsabili del suo comportamento, specie nei confronti degli uccelli.
- Libertà totale. Per un gatto è naturale fuoriuscire dall’abitazione, con tutti i rischi che comporta, così come è naturale cacciare; non si preoccupano che le abitudini di caccia del gatto possano danneggiare la fauna
Se vuoi sapere che tipo di padrone di gatto sei, puoi compilare questo questionario online che analizza il gatto e il suo padrone secondo alcune variabili: il gatto abita in casa o no? Caccia secondo natura o viene represso nei suoi istinti? Hai timore che possa essere catturato o che venga ucciso dal traffico automobilistico?
Lo studio universitario ha constatato che vi sono delle differenze profonde tra il gatto che vive in città e quello di campagna, soprattutto per la caccia ad uccelli e roditori, aspetto che dovrebbe responsabilizzare i proprietari dei gatti cacciatori, soprattutto nei confronti dei volatili.