Ai tempi che il bambino era bambino, che per me sono stati gli anni ’50, aveva luogo a Firenze al Parco delle Cascine il giorno dell’Ascensione (giovedì 40 giorni dopo la domenica di Pasqua), la secolare sagra detta “Fiera del Grillo”. I grilli venivano festeggiati nel senso che nelle settimane precedenti erano oggetto di caccia per boschi e campi ad opera di operatori specializzati detti volgarmente “grillai” per essere imprigionati ciascuno in una gabbietta di legno e filo metallico, allegramente decorata per farla passare come una minuscola abitazione.
Quel giorno i bambini ricevevano in regalo dai genitori il loro grillo che aveva il compito di rallegrare la casa con il suo richiamo amoroso per qualche settimana: ai bambini l’incarico di nutrire l’insetto con foglie di lattuga. In prossimità dei primi caldi i grilli potevano tornare a strillare in pace per campi e prati.
Nel 1999 il Comune di Firenze ha varato un regolamento per la tutela degli animali, vietando la vendita dei grilli, imponendo di fatto ai “grillai” di collocare nella gabbietta riproduzioni grafiche e/o sonore se non grillini di latta made in China.
Visto che siamo nella terra di Toscana dove nacque il burattino più famoso al mondo, ricordiamo che Pinocchio chiese al grillo come si fa a riconoscere il bene e il male e il grillo rispose: “La tua coscienza te lo dirà”. “Cos’è la coscienza?” chiese ancora Pinocchio. Il saggio grillo parlante, spavaldo e sicuro di sé, rispose: “Ti spiego io cos’è la coscienza.
La coscienza è quella vocina interna che la gente ascolta così di rado; per questo il mondo va così male oggi”.
Come è passato il tempo, come sono cambiati i tempi avrebbe proseguito il saggio Grillo Parlante!
Et voilà! Una rapida evoluzione della legge, e in una manciata di anni il grillo è trapassato da animale superprotetto ad animale macinato ed ingurgitato.
Adesso l’Unione Europea ha approvato alcuni insetti per il consumo umano, tra cui vermi della farina e grilli domestici. I vermi della farina, ci dicono, hanno un sapore di arachidi e offrono la stessa quantità di proteine, vitamine e minerali del pesce o della carne. La comunicazione in favore dell’alimentazione a base di insetti sta spingendo i consumi verso molti prodotti già disponibili sia nei supermercati che on line. “La farina di grillo, ci informano, è un’ottima fonte proteica, possedendo una media di oltre il 65% di proteine ad alto valore biologico. Risulta anche ricca di fibre, calcio, vitamina B12, ferro, fosforo e sodio”.
Tutti questi vermi ed insetti fanno già parte dell’alimentazione e delle leccornie disponibili in vari paesi, specie nel SudEst Asiatico mentre per noi occidentali rappresentano una novità e non a caso vengono etichettati come Novel Food. L’UE considera gli insetti una risposta all’aumento del costo delle proteine animali e al suo impatto sull’ambiente. Quindi, se vuoi salvare il pianeta, mangiati i grilli. Comunque, de gustibus non disputandum est, e ognuno ha diritto di nutrirsi come desidera. Nel frattempo i mezzi di comunicazione ci hanno già anticipato, per prepararci al Novel Food, che già ingurgitiamo inconsapevolmente alcuni piccoli esseri viventi, visto che alcuni insetti finiscono nelle pietanze per errore (la legge italiana consente la presenza fino a 5 moscerini in un’aranciata fresca). Il colorante rosso a base di cocciniglia è un altro esempio di assunzione di polvere di insetto presente in alcuni alimenti come colorante.
Fatto sta che la polvere di grilli & vermi è stata approvata dall’Unione Europea per l’uso in una varietà di prodotti alimentari tra cui pane, biscotti, grissini, barrette ai cereali, biscotti, pasta ripiena e non, prodotti secchi, salse, legumi e verdure, pizza, pasta, siero di latte in polvere, prodotti sostitutivi della carne, zuppe e persino bevande simili alla birra, prodotti al cioccolato, snack diversi dalle patatine e prodotti a base di carne per la popolazione in generale. Non solo in Europa ma anche Negli Stati Uniti la Food and Drug Administration permette il commercio di prodotti alimentari con pezzi di insetti all’interno. Secondo l’ente di controllo americano “il cioccolato in sei sottocampioni da 100 grammi contiene una media di 60 o più frammenti di insetti per 100 grammi”. Le particelle sono tollerate perché eliminarle del tutto è impossibile.
Visto che sembra impossibile evitare grilli, bachi, bacherozzoli e simili, striscianti e volanti, affrontiamo la tematica in termini di comunicazione e marketing.
Esiste uno splendido strumento di marketing denominato Osservatorio Immagino https://servizi.gs1it.org/osservatori/osservatorio-immagino-11/ ; uno studio gratuito che ogni sei mesi monitora fenomeni di consumo emergenti ed identifica i segmenti di popolazione che li determinano. Si scopre così qual è il consumo di prodotti free from e di quelli arricchiti, come evolvono il “senza glutine” o il “senza olio di palma”, come crescono l’universo veg e il biologico, qual è il profilo di consumo di chi è sensibile alle intolleranze alimentari o all’italianità dei prodotti.
L’Osservatorio Immagino di GS1 Italy è uno studio semestrale che incrocia le informazioni riportate sulle etichette di oltre 128 mila prodotti di largo consumo, pari all’83% di quanto venduto nel totale mercato del largo consumo in Italia da ipermercati e supermercati.
Da markettari convinti siamo laicamente favorevoli sia al CON che al SENZA, è il business del “ad ognuno il suo” per appagare i propri desiderata.
Fondamentale la trasparenza e dichiarare il vero.
Forse, lo auspico, l’Osservatorio Immagino creerà una ulteriore categoria del CON e il SENZA, non solo farina di grillo (Acheta domesticus), ma anche le larve del verme della farina minore (Alphitobius diaperinus), così come di altri due insetti precedentemente autorizzati per l’utilizzo ai fini alimentari: larve gialle essiccate di Tenebrio molitor e Locusta migratoria.
Uhm che buono, già mi è aumentata la salivazione e l’appetito!
Si potrebbe auspicare che le aziende alimentari al fine di cogliere l’opportunità di essere premiate dai diversi segmenti di consumatori, di indicare con uguale evidenza dei consueti claim “senza e con” sul packaging dei loro prodotti: SENZA FARINA DI GRILLI, SENZA VERMI oppure al contrario CONTIENE FARINA DI GRILLI, CON AGGIUNTA DI VERMI, magari sostenuta dalla frase “prodotto ecosostenibile per la salvezza del pianeta”.
I mezzi di comunicazione ci stanno informando che queste farine sono Super Sostenibili; bassissime emissioni di gas serra, utilizzo minimo di acqua e suolo: i grilli sono un superfood con un bassissimo impatto ambientale! Una fonte naturale e sostenibile di proteine di alta qualità, complete di tutti gli aminoacidi essenziali.
Una scritta ben evidente sul packaging (e non confusa in corpo 5 sul retro della confezione insieme a una miriade di altri ingredienti) potrebbe offrire ai diversi segmenti di mercato il prodotto desiderato in maniera trasparente. D’altra parte secondo la legge ”l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari non devono indurre in errore l’acquirente sulle caratteristiche del prodotto”.
Come berciava un ambulante alla Fiera del Grillo negli anni sessanta per promuovere la gabbietta: “Piangete bambini, piangete che la mamma ve lo compra!”.
Io personalmente adoro i grilli vivi e percorrendo il sentiero 20 sulla Calvana, arrivo, armato di un paninozzo ben farcito di prosciutto e pecorino toscano, sulla cima del monte Cantagrilli dove questi simpatici animali, cantando all’unisono il loro canto d’amore fanno un schiamazzo incredibile.
Comunque, a chi preferisce i grilli macinati, auguro “Bon appetit!”.