Vedi volti ovunque? Non ti preoccupare! E’ solo il tuo cervello che cerca di conferire un significato allo spettacolo del mondo!
Si chiama pareidolia l’atteggiamento cognitivo che ricerca significati in tutto ciò che ci circonda. Oggetti, nuvole, montagne che ci appaiono come volti son tipici esempi di queste elaborazioni celebrali che permanentemente si sforzano di interpretare il panorama inanimato (raffrontandolo con il nostro database interno di immagini) in termini di volti umani e profili di animali.
La pareidolia viene utilizzata frequentemente nel design (e nella conseguente commercializzazione) di prodotti. Per questo motivo vediamo dei volti nelle auto, anzi, per essere più precisi i frontali delle auto vengono disegnati proprio per trasmettere emozioni e personalità (magari proprio quella che deve possedere l’acquirente-target).
Il nostro cervello tende a ricostruire in automatico tutti quei segni e figure che in qualche modo presentano gli elementi basici costituenti il volto umano, naso, occhi e bocca. Ci sono oggetti che ridono, altri che ispirano simpatia, altri che ci terrorizzano, altri ancora che li associamo al dinamismo e alla potenza.
Gli scienziati spiegano che di fronte ad un oggetto inconsueto, o una forma ambigua, tendiamo a ricostruire, o a relazionare, o a reintegrare, con tutto ciò che possiamo riconoscere più facilmente.
Un bravo grafico quando disegna un logo deve sempre considerare il valore rappresentato dall’interpretazione positiva delle forme da parte del target in modo che la forma risulti più simpatica e susciti empatia positiva.
Questo è il motivo per il quale (come abbiamo già avuto modo di scrivere https://www.freniricerchedimarketing.com/un-logo-che-sorride-ha-una-marcia-in-piu/ ) ci sono loghi che sorridono e loghi che tendono alla crescita da sinistra a destra, andando verso l’alto, esprimendo positività.
Lo scienziato Carl Sagan nel suo “Il mondo infestato da demoni” afferma che siamo stati programmati fin dalla nascita a identificare un volto, pur nascosto, ed a riconoscerne gli stati emotivi (probabilmente come tecnica di sopravvivenza per riconoscere al volo un amico da un nemico nascosto tra le frasche).
Chi ha la fortuna di avere figli e nipoti neonati può facilmente constatare il loro comportamento a specchio quando i due volti sono molto vicini. Se l’adulto sorride, anche il neonato sorride, e così via dicendo.
Le emoticon, espressione tangibile della pareidolia, solo attraverso pochi tratti permettono non solo di riconoscere in quei pochi segni un volto ma anche l’emozione che trasmette.
Gli oggetti inanimati che vengono percepiti come volti diventano infatti improvvisamente espressivi; i frontali delle auto, le case, le pietre ed ovviamente i prodotti sugli scaffali dei supermercati sembrano osservarti e comunicano in silenzio le loro emotività spingendoti all’acquisto.
Guardando le nuvole è facile riconoscere volti, animali od altro, dipende dalla nostra immaginazione ovvero dalla nostra programmazione interna della quale il marketing si nutre.