Buona parte delle invenzioni sono prodotti o servizi problem-solving e è solo l’osservazione diretta che consente di capire quali siano i reali bisogni e come è possibile per l’industria andare incontro ai consumatori.
Il direttore dello sviluppo prodotti della Procter&Gamble si trovò alle prese, siamo negli anni 50, con il suo neonato nipote. Gli fu affidato il compito di cambiarlo e pulirlo ogni volta che faceva pipì e pupù. Al nostro direttore, Vic Mills, si accese una lampadina: ci deve essere assolutamente un miglior modo per la cura dei bambini e il cambio di quelli che allora erano dei semplici panni da lavare ogni volta che il bambino li sporcava.
Era nata l’idea del pannolino. Il direttore mise i suoi ricercatori all’opera per lo sviluppo di un vero pannolino usa e getta. Naturalmente come si conviene prima di lanciare il prodotto sul mercato, venne fatto un test di prodotto, siamo nel 1956. I consumatori non apprezzarono questo prodotto, specialmente quando il clima era caldo. Fu allora che l’azienda, sulla base dei risultati del test, apportò al pannolino tutta una serie di modifiche e riprovò a testare il nuovo prodotto. Le prove di prodotto furono incoraggianti, non ancora totalmente definitive, ma l’azienda iniziò a lanciare sul mercato il prodotto dandogli il nome di Pampers (Coccole). All’inizio non fu facile, perché si doveva cambiare abitudini ormai consolidate da generazioni ma il servizio offerto dal nuovo prodotto vinse le resistenze. Poco dopo, e siamo nel 1961, vennero fatti altri test di mercato che indicarono, come problema per un’ulteriore grande diffusione del prodotto, la barriera del prezzo. La produzione di massa consentì una forte riduzione del prezzo, molto più competitivo e il pannolino usa e getta ampliò improvvisamente il suo mercato.
La concorrenza non tardò ad arrivare, anche se erano stati creati dei prodotti non tanto a prova di bimbo quanto a prodotti più emergenziali. Alla fine degli anni 50, il pannolino aveva conquistato solo l’1% del mercato, oggigiorno gli utilizzatori di pannolini raggiungono praticamente il 100%.
Nel frattempo il prodotto si è segmentato per tipologia: maschietti vs. femminucce, anziani, salva slip, assorbenti post-parto, pannolini anallergici, impermeabili… bio…
Tutto questo naturalmente da un lato offre un grande comfort, dall’altro il mondo usa e getta ha un prezzo che si ripercuote sull’ambiente, ma questo è un altro discorso.
Proprio oggi andando al supermercato, con un terribile mal di schiena, pensavo, sempre nell’ottica del prodotto problem-solving: “ma perché mai non mettono delle belle sedute in certi reparti del supermercato, per gli anziani, per chi ha mal di schiena e per chi si vuole riposare un attimo?” sappiamo benissimo che c’è una relazione tra tempo trascorso nel supermercato e scontrino medio. Certo, se non riesco a riposarmi la mia prima preoccupazione è quella di uscire dal negozio, ma se mi si offre la possibilità di una pausa, acquisterò qualcosa di più, anche solo guardandomi intorno e cogliendo le offerte al volo.
Sono gli small data a far accendere la lampadina dell’innovazione, credetemi, tutto il resto è fantasia.