L’approccio del marketing alla determinazione del prezzo di qualcosa, il suo valore, è che, semplicemente, questo qualcosa vale quello che il compratore è disposto a pagare, né di più, né di meno.
Questo rende la vita molto più comoda agli studenti di Ricerche di Marketing che, nella redazione dei questionari possono fare a meno di studiarsi gli interminabili tomi sulla determinazione del prezzo che devono sorbirsi gli studenti di Economia.
Ma quale è il vero autentico valore di una moneta?
Una volta le monete più importanti erano, in progressione inversa al loro valore nominale, in oro, argento e rame; il loro valore era espresso dal loro peso (cioè dal contenuto di metallo). La zigrinatura delle monete fu un’idea di Isaac Newton, allora Direttore della Zecca, che impediva la pratica della limatura, per grattare impercettibilmente il metallo, che assottigliava e diminuiva il peso (e quindi il valore stesso) della moneta.
I tagli di moneta più piccoli erano una volta in rame; ma, in conseguenza dell’aumento dei prezzi delle materie, i centesimi di Euro, fin dal loro debutto, sono stati coniati in acciaio e semplicemente placcati in rame. Me ne sono accorto quando un magnete da frigorifero che avevo appoggiato sul tavolo di cucina si era attaccato ad alcuni monetine che credevo di rame (il rame non subisce attrazioni magnetiche) ma bensì di acciaio. Oggi paradossalmente, il valore del contenuto delle monete di piccolo taglio se fosse rame supererebbe il valore nominale.
Ma ormai stiamo transitando verso forme sempre più immateriali, rarefatte di valuta, carte di credito, di debito oppure a bitcoin, una valuta “informale” che circola su Internet. In effetti i bitcoin, più che stampati, vengono “distillati” da un algoritmo. Perdendo la fisicità si perde anche il possesso vero e proprio del denaro.
Forse per questo sulle nostre banconote in Lire si poteva leggere la frase “PAGABILI A VISTA AL PORTATORE” mentre adesso sull’Euro questa frase è scomparsa. Sugli Euro non vi èscritto più niente, nessuna spiegazione, garanzia o promessa, solo il valore affiancato da una firma. Non è un caso visto che tra poco nessuno porterà fisicamente niente in tasca salvo dei codici di accesso ai sistemi informatici di una banca.
Se l’introduzione della cartamoneta in sostituzione del valore del metallo ha comportato un cambiamento straordinario (oro e argento e rame sono stati trasformati in carta moneta non più convertibile in metallo), adesso constatiamo che la carta si va inesorabilmente trasformando in bit immateriali depositati in qualche server dislocato al Polo Artico. Speriamo che nessuno uscendo, nel chiudere la porta, spenga anche la luce.