Il campo di più larga applicazione dei test di prodotto è il largo consumo. Oggigiorno la parola largo consumo indica praticamente tutto l’acquistabile, dall’ortofrutta ai farmaci, dagli smartphone ai libri. Caratteristica precipua di questi prodotti è la collocazione su di una scaffalatura (fisica o on line senza godere di una vendita assistita ed il trovarsi costantemente a confronto con le caratteristiche di analoghi prodotti della concorrenza che attua diverse politiche di prezzo, formato, pack, promozione…..). Le differenze sono legate solo in minima parte alle prestazioni concrete: sono invece per lo più determinate dalle sollecitazioni emotive e dalla capacità di appagare i bisogni psicologici dell’utilizzatore riducendo il rischio insito in un acquisto.
Le industrie leader nel largo consumo fanno uso costante dei risultati scaturiti dai product test per definire la validità e lo stato di salute del proprio prodotto (è proprio questo il motivo per cui continuano ad essere aziende leader). I prodotti ben posizionati che troviamo sul mercato, senza parlare del vero e proprio dominio di alcune “grandi” marche, non nascono per caso, rappresentano invece il frutto di ricerche accurate, condotte tramite veri e propri disegni sperimentali sul campo. Per la verità la gran parte delle aziende medie e medio-piccole italiane non conoscono lo strumento della ricerca, e hanno delle forti resistenze ad utilizzarlo; lo vedono solo come un costo aggiuntivo e non ne capiscono le potenzialità.
Queste aziende, ahimè, accettano la possibilità di far naufragare il lancio di un prodotto o di accorciarne il ciclo di vita solo per non affrontare un investimento indubbiamente non paragonabile al rischio economico e di perdita di immagine che un fallimento del genere comporta. Per valutare la difficoltà di una simile operazione, basti pensare che solo una minima percentuale dei prodotti lanciati sul mercato sopravvive e solo una esigua percentuale (si stima il 4%) riesce ad affermarsi. Vale la pena di aggiungere che questa politica “suicida” comporta non trascurabili rischi economici anche per i commercianti che prendono in carico un prodotto non precedentemente testato (purtroppo un’evenienza molto frequente) e che quindi possiede solo tenui possibilità di venire commercializzato.
La ricerca costituisce l’unica assicurazione che copre dal rischio di perdere il favore della clientela, se il prodotto già è presente sul mercato, o la migliore promessa per acquisirla se il prodotto si affaccia per la prima volta sul mercato.
L’offerta di mercato muta continuamente in base a nuovi valori, aspettative e concorrenti: è perciò indispensabile riadeguare continuamente il nostro prodotto prima dell’inevitabile obsolescenza, per evitare il discredito per la stessa immagine dell’azienda produttrice.