È superfluo dire che per la GDO conoscere i propri clienti rappresenta l’obiettivo primario.
È per questo motivo che le carte fedeltà premiano la clientela abituale con sconti, buoni spesa, regali, campioni omaggio… Per la GDO prima ancora della fidelizzazione predomina l’esigenza di informazioni dettagliate sui comportamenti di acquisto. Perché queste informazioni hanno un valore commerciale straordinario, e non solo per la GDO.
Se tutti i siti web insistono tanto per il login all’accesso ai loro servizi (oltre a inviarti i cookies) è per poter incrociare tutti i comportamenti dell’utenza, non solo quelli di acquisto. Ad ogni utente è assegnato un codice che contrassegna non solo gli acquisti, passati e futuri, ma anche orientamenti, atteggiamenti, inclinazioni, opinioni. Il tutto per proporre nuovi acquisti (1/3 delle vendite Amazon proviene dalle sollecitazioni basate sui comportamenti pregressi). Perché ormai i software che ci sorvegliano sono più fitti delle stelle in cielo, e non dormono mai, non si stancano mai, non si distraggono mai.
Diventa quasi rassicurante in questo contesto la qualità degli archivi della Pubblica Amministrazione (spesso ancora cartacei), anche se all’origine di puntuali disservizi ed inefficienze.
Viene quasi voglia di perdonare le cartelle “pazze” di Equitalia, le multe per parcheggi in divieto di sosta immaginari, i tempi grotteschi per il disbrigo di pratiche elementari… Perché il giorno in cui lo Stato, il nostro, quello italiano, aggiungesse la capillarità del controllo di cui dispongono le strutture commerciali alla sua abituale malevolenza nei confronti dei cittadini, allora, beh, ve lo potete immaginare.