Già qualche giorno fa avevamo accennato al clamoroso fallimento della Superlega Europea di calcio. Dopo solo 48 ore dall’annuncio i promotori sono stati costretti a ritornare sui propri passi per la forte opposizione da parte di tutti gli stockholder.
Non è certo questo l’unico esempio di super-fiasco, considerato imprevedibile solo perché il progetto era promosso dai grandi che più grandi non si può.
Alla lista delle ingloriose iniziative rapidamente sgonfiatesi possiamo aggiungere i recentissimi fiaschi dei banchi a rotelle, dell’app Immuni e della struttura della Primula per la campagna di vaccinazione anti-Covid.
Sarebbe stato agevole prevenire queste brutte figure semplicemente realizzando una ricerca di marketing a costi molto inferiori a quello della superfiguraccia istituzionale.
Fast Spaghetti
Comunque, la Superlega è almeno un buon spunto di un altro paio di flop che coinvolsero McDonald’s.
Clamoroso fu quello degli anni ‘80 quando, volendo affiancare dei piatti di spaghetti alle patatine e agli hamburger, fu creata la linea McSpaghetti.
Fallimento totale, cui altri ne seguirono come, ad esempio, il McPizza, deciso sulla base di una crescita della domanda di questo piatto particolarmente versatile. Il progetto comportò pertanto anche la realizzazione di forni appositi e una totale ristrutturazione delle cucine. Un flop quindi, oltre che di immagine, finanziario.
Chiaro! Ex-post è stato facile constatare che un’azienda che punta tutto sulla rapidità del servizio, non poteva permettersi di far attendere 11 minuti il cliente che desiderava una pizza.
Le ricerche vanno fatte prima, non dopo.
Altri clamorosi fallimenti da parte dei big?
A questo proposito leggi il nostro articolo su come i marchi falliscono.
Biancheria usa e getta? No, grazie
Beh, possiamo iniziare dall’intimo proposto nel 1988 dalla BIC, azienda leader posizionata sui prodotti usa e getta, come penne, accendini e rasoi.
La BIC si rese conto solo ex-post che alle donne non piace indossare biancheria intima usa e getta che mal si adatta alla valenza seduttiva dell’intimo, espressione massima della sensualità femminile.
Dieci anni, nel 1998, dopo assistiamo al tentativo di commercializzare un cellulare globale da parte della Motorola. Vennero inviati in orbita 77 satelliti per garantire al consorzio Iridium la recezione del segnale in ogni parte del globo.
Articolo costoso, connessione ultracostosa, migliore maneggevolezza da parte dei cellulari standard, prodotto supernicchia… Non poteva essere che un totale fallimento.
Il flop della TV in 3D
Ma forse il più famoso dei fallimenti è quello della televisione tridimensionale (che fa coppia con il flop della quadrifonia).
Nel 2010 Sony, Samsung e LG iniziano a proporre al mercato la TV 3D. La novità già al suo esordio non funzionava, molti non amano usare gli occhiali per avere l’effetto 3D, e inoltre non ci sono sufficienti contenuti 3D disponibili per la visione, senza parlare poi del prezzo di vendita. Quindi, altro clamoroso fiasco.
Ma, forse si chiederà chi ci legge, cosa hanno in comune questi incredibili insuccessi da parte di leader indiscussi di mercato? E ancora, come è possibile che a fronte di questi clamorosi errori anche i big, cui non mancano le risorse finanziare, non abbiano imparato nulla?
Innovazione ragionata
Come ha spiegato E. Rogers nel suo monumentale “Diffusion of Innovation” il prodotto innovativo, oltre che risultare accattivante per la categoria dei pionieri negli acquisti, particolarmente sensibili alle azioni di PR e campagne pubblicitarie di tutto ciò che rappresenta il nuovo, deve affrontare altre sfide, solo apparentemente di minore importanza.
Ci si deve interrogare sui processi mentali che attraversano il consumatore davanti ad una novità. Ci si dovrebbe chiedere: Cosa mi ostacola? Cosa mi promuove?
Domande semplici che spesso non vengono poste a chi dovrà adottare quel prodotto solo perché le decisioni sono state prese all’interno del gruppo dei decisori aziendali senza un qualsiasi confronto, metodologicamente ben impostato, con il mondo esterno.
“Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia”.