Visitate il vostro supermercato, come ordinariamente fate, e vi ritrovate senza alcun preavviso di fronte a prezzi di prodotti ordinari moltiplicati di 5 volte, dove per una confezione di spinaci, che fino ad oggi avevate pagato 5$, ve ne vengono richiesti 25$.
Si è trattato di un esperimento videoregistrato condotto in un piccolo supermercato di San Francisco. I clienti abituali si sono terribilmente infuriati per questi aumenti ingiustificati ma l’idea di fondo era illustrare l’esperienza di chi si trova a vivere in paese prospero ma dove l’indigenza si diffonde, disponendo di un reddito al di sotto la linea della povertà.
Questa l’esperienza che Tipping Point, un’associazione di assistenza ai bisognosi, ha voluto per una volta far assaporare ai clienti del supermercato, in modo che possano ricordare in modo indelebile quanto sia difficile l’esistenza delle famiglie più modeste al di sotto la linea di povertà, per le quali anche gli acquisti di prima necessità, cosiddetti “irrinunciabili”, come quelli alimentari, diventano sacrificabili.
Questa rappresenta, a mio parere, una forma di comunicazione ben più efficace dello spettacolo della sofferenza che ci viene volentieri somministrato dalle nostrane associazioni caritatevoli secondo la formula del “marketing del dolore”; quella è una forma di comunicazione che pretende di indurre nel pubblico un senso di colpa davanti allo spettacolo delle miserie del mondo, sciagure che con soli 2 Euro via cellulare, possiamo alleviare.
Non occorre in effetti spostarsi in altri continenti per scoprire sofferenza e privazione, ne sono già piene le nostre città, le nostre strade, i nostri marciapiedi; la povertà e l’esclusione sociale nel nostro paese sono in rapida estensione, anche se, è vero, manca l’appeal dell’esotismo…