Navigando in rete mi imbatto in un documento del 2008, redatto dal National Intelligence Council degli USA, un documento dove si indicano quali siano le tendenze e si ipotizzano gli scenari prossimo-venturi.
Le ipotesi sono per “come sarà il mondo” nel 2025.
Scorrendo il documento, a pagina 75 (numerazione interna) rimango stupito e sconcertato nel trovare una descrizione molto realistica della origine geografica e diffusione pandemica di vari virus, tra cui il SARS coronavirus.
Qui a seguire la traduzione di questa pagina del documento. Lascio a chi ci legge considerazioni e commenti a riguardo.
Posso solo aggiungere che era stata ampiamente previsto, pur in via di ipotesi, quanto sarebbe avvenuto e quanto impattante.
Non sono in grado di dire se ci sono responsabilità a riguardo, certo è che qualcuno aveva previsto e diffuso queste informazioni che non sono state tenute in debita considerazione.
Il documento è scaricabile liberamente dal web, per chi volesse leggerlo nella sua interezza.
Traduzione pag. 75: Potenziale comparsa di una pandemia globale
“La comparsa di una nuova malattia respiratoria, altamente trasmissibile e virulenta per la quale non esistano contromisure adeguate, potrebbe innescare una pandemia globale. Se una malattia pandemica emergesse entro il 2025, le tensioni e i conflitti interni ed esterni diventerebbero sempre più probabili man mano che le nazioni inizierebbero a scontrarsi – con capacità compromesse – per il controllo degli spostamenti delle persone che cercano di evitare l’infezione o per mantenere l’accesso alle risorse.
L’emergere di una malattia pandemica dipende dalla mutazione genetica naturale o dal riassortimento dei ceppi della malattia attualmente in circolazione o dall’emergere di un nuovo agente patogeno nella popolazione umana. Gli esperti considerano i ceppi di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), come H5N1, i probabili candidati per una tale trasformazione; ma anche altri patogeni, come il SARS coronavirus o altri ceppi influenzali, hanno questo potenziale.
Se emergesse una malattia pandemica, probabilmente si verificherebbe prima in un’area caratterizzata da un’elevata densità di popolazione e da una stretta associazione tra esseri umani e animali, come molte aree della Cina e del sud-est asiatico, dove le persone vivono in prossimità del bestiame. Pratiche di allevamento non regolamentate potrebbero consentire a una malattia zoonotica come l’H5N1 di circolare nelle mandrie, aumentando la possibilità di mutazione in un ceppo con potenziale pandemico. Per propagarsi in modo efficace, una malattia dovrebbe essere trasmessa in aree a maggiore densità di popolazione.
In un tale scenario, una capacità inadeguata di monitoraggio della salute all’interno della nazione di origine probabilmente impedirebbe l’identificazione precoce della malattia. Una risposta lenta della salute pubblica ritarderebbe la consapevolezza che è apparso un agente patogeno altamente trasmissibile. Potrebbero passare settimane prima che si possano ottenere risultati di laboratorio definitivi che confermino l’esistenza di una malattia con potenziale pandemico. Nel frattempo, inizierebbero ad apparire dei focolai della malattia nelle città del sud-est asiatico. Nonostante i limiti imposti ai viaggi internazionali, i viaggiatori con sintomi lievi o asintomatici potrebbero trasportare la malattia in altri continenti.
Ogni pochi mesi, si potrebbero verificare nuove ondate. L’assenza di un vaccino efficace e la mancanza quasi universale di immunità renderebbero le popolazioni vulnerabili alle infezioni (a). Nel peggior scenario, si ammalerebbero da decine a centinaia di milioni di americani e le morti ammonterebbero a decine di milioni (b). Al di fuori degli Stati Uniti, il degrado delle infrastrutture e le perdite economiche su scala globale avrebbero come risultato che circa un terzo della popolazione mondiale si ammalerebbe e morirebbero centinaia di milioni di persone.
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(a) Le organizzazioni sanitarie statunitensi e globali stanno attualmente lavorando per sviluppare vaccini che possono prevenire o mitigare le pandemie influenzali. Un passo in avanti in questo senso nei prossimi anni, potrebbe ridurre il rischio rappresentato dall’influenza pandemica nei prossimi decenni.
(b) La velocità con cui si diffonde una malattia, quante persone si ammalano, per quanto tempo rimangono ammalate, il tasso di mortalità, i sintomi e le conseguenze varieranno a seconda delle caratteristiche specifiche dell’agente patogeno che sarà responsabile della pandemia. Questo scenario ipotizza caratteristiche plausibili che rientrano in una gamma di possibilità per queste variabili”