Il progresso ci rende liberi, liberi dal posto di lavoro hanno detto molti londinesi nel secolo scorso.
Comunque anche loro avrebbero detto; “Mandami il link”
Ormai è diventato così comune usare questo termine che quasi non ci si accorge che si tratta di un prestito linguistico. Lo stesso vale per espressioni come “whatsappami il link della posizione del ristorante che ti raggiungo”, dove “link” indica le coordinate geografiche o un URL che le contiene.
Nel corso del tempo, diverse parole inglesi (molte, troppe) sono entrate a far parte del nostro vocabolario italiano, assumendo accezioni talvolta molto distanti da quelle originali.
Questo processo linguistico, chiamato “prestito linguistico”, è favorito da diversi fattori, non solo dalla globalizzazione ma, in ambito politico, sociale, fiscale… per evitare la comprensione se non dare una parvenza di significato a termini già noti in una nuova veste che nulla hanno a che fare con l’esatto significato british.
E qui gli esempi non mancano e ne hanno scritto in molti (addiction, education, welfare, lobby, default, meeting…) sbeffeggiando i promotori italioti della neolingua.
L’inglese spesso altro non è che il nuovo latinorum per gli azzeccagarbugli.
L’esempio di “passami il link” è comunque un caso emblematico di come la parola inglese “link” si sia completamente integrata nel linguaggio italiano assumendo un significato ben preciso, ovvero quello di un collegamento ipertestuale ad una pagina web o ad un’altra risorsa online.
Una volta la parola link, collegamento, era riferita al collegamento tra gli umani quando i link-boy nell’età vittoriana aiutavano i londinesi a camminare nella notte.
Per inciso ti racconto queste storie perché adoro Londra, le sue tradizioni, l’atmosfera gotica ed i suoi misteri.
I link-boy erano ragazzi che si offrivano di accompagnare le persone insicure in giro per la città durante la notte. Questi ragazzi portavano con sé un bastone con un pezzo di stoffa infiammabile, una torcia, che veniva accesa per illuminare la strada.
La pratica di utilizzare i link-boy era molto comune durante l’era vittoriana ma anche molto prima e molto dopo quando le strade non erano ancora illuminate da sistemi a gas o, sucessivamente, dall’elettricità. Molte persone avevano paura di camminare da sole di notte e i link-boy offrivano un servizio di accompagnamento a fronte di un piccolo compenso, permettendo alle persone di sentirsi più sicure in una Londra buia, nebbiosa, piena dei fumi dei camini e delle fabbriche ma anche di ladri e criminali.
Più o meno allo stesso modo in cui oggi chiamiamo i taxi nelle moderne città, un londinese poteva chiamare un un link-boy per illuminare la pericolosa strada di casa.
Questi ragazzi sventolavano le loro fiaccole fuori dai teatri, dalle taverne e dalle sale da gioco vantando la qualità della loro luce, i prezzi e le distanze per acquisire clienti. I link-boy compaiono in molti documenti dell’epoca così come nei romanzi di Charles Dickens.
Era impossibile vedere da un capo all’altro della strada. L’aria bruciava gli occhi e la gola delle persone e la polvere sporcava i loro vestiti. Un parorama che è rimasto praticamente immutato fino al “Clean act air” del 1956 che vietava l’uso del carbone per il riscaldamento domestico.
Il film del grande Alberto Sordi, “Fumo di Londra” girato 10 ani dopo, descrive in modo meravigliosamente ironico sia le diversità culturali tra l’Italia e l’Inghilterra ma soprattutto insiste sulla nebbia densa e soffocante derivante dallo smog generato delle fabbriche che ha dato il nome al colore della stoffa più esclusiva per i capospalla, appunto, “Fumo di Londra”.
La pratica di utilizzare i link-boy perse la sua importanza nel corso del tempo (e molti ragazzi persero il posto di lavoro), poiché le città erano più illuminate e sicure ma il segno del loro passaggio è rimasto e ben visibile.
Girando per Londra può capitare di vedere un corno di metallo capovolto appeso al muro esterno di una vecchia casa che altro non è che uno spegnimoccolo, uno dei tanti snuffer, disseminati nelle zone georgiane più ricche della città.
Una volta arrivati a destinazione i link-boy avrebbero potuto facilmente eliminare la parte bruciata e spegnere le loro torce per non sprecare il combustibile per l’illuminazione (a base di cera o sego).
E così piano piano le torce dei link-boy si spensero per fare posto all’elettricita e questa attività si arrese al progresso.
Ma vi è stata un’altra professione, attiva fino a metà del secolo scorso, che si spense a causa dell’avanzare dell’evoluzione industriale.
Con l’urbanizzazione, sempre meno persone si svegliavano al canto del gallo o al suono delle campane delle chiese e invece, si affidavano ad altre persone per essere svegliati.
Stiamo parlando della professionre dei Knocker uppers, professionisti incaricati di svegliare i lavoratori nella Gran Bretagna industriale.
Certo gli orologi già esistevano ed erano oltre che precisi, ma solo per i ricchi acquirenti, anche oggetti di lusso. Un operario non poteva certo permettersi un proprio orologio.
La presenza dei Knocker-up si diffuse rapidamente in tutto il paese, in particolare nelle aree in cui i lavoratori, mal pagati, dovevano lavorare a turni e non potevano permettersi di arrivare in ritardo alla catena di montaggio. A Londra dove i portuali avevano orari insoliti, associati ai ritmi incostanti delle maree, l’abbonamento alla sveglia umana era ancora più indispensabile.
Fino agli anni ’70 del secolo scorso, io ero un ragazzo giunto in Inghilterra per imparare l’inglese, in alcune zone, molti lavoratori venivano svegliati dal rumore di un colpetto alla finestra della loro camera da letto. Sulla strada fuori c’era una persona che brandiva un lungo bastone simile a una canna da pesca per picchettare alla finestra finchè il turnista non si affacciava confermando che si era svegliato.
Oltre al bastone alcuni Knocker-up avevano una cerbottana per sparare piselli contro la finestra mentra altri avevavo altri metodi per svegliare il turnista, da dei martelli morbidi a strumenti sonori. Importante era svegliare l’abbonato.
Il bussare alle finestre o alle porte era un mestiere regolare e di grande importanza nel mondo del lavoro, nelle miniere, nei porti e nell’industria manufatturiera.
Sembrerà strano me questi professionisti della sveglia hanno consentito il funzionamento regolare del lavoro nell’Inghilterra industriale.
Con la diffusione dell’elettricità e delle sveglie a prezzi accessibili negli anni ’40 e ’50 (importate dagli States) furono in molti ad abbandonare la professione.
Ma questa singolare attività è continuata in alcune zone dell’Inghilterra industriale fino all’inizio degli anni ’70 e fu immortalata in alcune canzoni come quella del cantautore folk Mike Canavan.
“Attraverso strade acciottolate, fredde e umide, l’uomo “picchietta, picchietta ogni vetro della finestra, per impedire al mondo di dormire…” “Ehi, alzati e svegliati La sirena della fabbrica sta suonando Quindi alzati dal tuo bel letto caldo Devi andare a lavorare.“.
E’ il progresso, oggi come allora. Welcome nel futuro del lavoro.