Assolutamente vero, siamo il Bel Paese e non da adesso. Ma…
Mi sembra giusto sottolineare come questo termine abbia assunto diverse sfumature nel corso del tempo: sempre più negli ultimi decenni, il termine “𝐁𝐞𝐥 𝐏𝐚𝐞𝐬𝐞” è stato utilizzato in modo ambivalente:
Alcuni lo utilizzano in modo ironico o sarcastico per sottolineare i problemi e le criticità del nostro Paese, spesso legati alla politica, all’economia o alla burocrazia. In questo caso, il termine diventa una sorta di antifrasi, un modo per evidenziare un contrasto tra l’ideale di un’Italia bella e la realtà di un Paese che presenta delle difficoltà permanenti.
Altri, invece, continuano a utilizzare il termine con grande orgoglio, sottolineando le bellezze artistiche, paesaggistiche e culturali uniche dell’Italia. In questo caso, “Bel Paese” diventa un inno alla nostra identità nazionale e un invito a valorizzare in ogni dove il nostro patrimonio.
In verità il termine Bel Paese (2 parole separate che poi si sono unite in Belpaese) inizialmente era un’espressione poetica utilizzata dai grandi poeti. Dante e Petrarca usarono proprio questa espressione per descrivere l’Italia come una terra ricca di bellezze naturali e culturali.
Dante descrive l’Italia, molto al di la da divenire nazione, come il “𝒃𝒆𝒍 𝒑𝒂𝒆𝒔𝒆 𝒍𝒂̀ 𝒅𝒐𝒗𝒆 ‘𝒍 𝒔𝒊̀ 𝒔𝒖𝒐𝒏𝒂” ovvero il luogo in cui si parla una lingua contraddistinta dal “si” particolarmente dolce e armonica.
Molti anni dopo, nel 1876, Antonio Stoppani recupera questa affermazione e giustamente utilizza il termine “Il Bel Paese”, per titolare la sua opera, un libro che ha segnato il punto di svolta nella divulgazione scientifica in Italia.
Per gli interessati il libro originale, validisssimo ancora oggigiorno, in versione integrale di 674 pagine formato pdf, è liberamente scaricabile dal sito di Internet Archive
“𝐈𝐥 𝐁𝐞𝐥 𝐏𝐚𝐞𝐬𝐞, 𝐜𝐨𝐧𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐞 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐞𝐳𝐳𝐞 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐢. 𝐋𝐚 𝐠𝐞𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐞 𝐥𝐚 𝐠𝐞𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐚 𝐟𝐢𝐬𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚” attraverso una serie di “conversazioni” tra uno zio erudito e i suoi nipoti descrive in modo chiaro e coinvolgente la formazione delle montagne, dei fiumi, dei laghi e di tutti quei paesaggi che rendono l’Italia un luogo unico al mondo. Stoppani svelò al grande pubblico, per la prima volta, con un linguaggio semplice e appassionato, le meraviglie geologiche, le caratteristiche geografiche e le ricchezze naturalistiche del nostro Paese.
Il libro fu un grande successo dovuto innanzitutto al senso di identità nazionale che lo contraddistingueva. Pubblicato poco dopo l’Unità d’Italia, il libro inoltre contribuì a rafforzare il sentimento di appartenenza nazionale, invitando gli italiani a scoprire e apprezzare le ricchezze del proprio paese, il Bel Paese, Paese Bello per eccellenza.
𝐄’ 𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞, 𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢 𝐝𝐢𝐜𝐞, 𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐚𝐥 𝐛𝐚𝐥𝐳𝐨, 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐢𝐥 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞.
Stiamo parlando di 𝐄𝐠𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐆𝐚𝐥𝐛𝐚𝐧𝐢, il fondatore dell’azienda Galbani (tutti noi siamo consapevoli che “Galbani vuol dire fiducia”), che decise di chiamare così il suo nuovo forma
ggio, proprio in omaggio al libro di Stoppani. L’obiettivo era (ed è stato realizzato) di creare un prodotto che potesse rappresentare l’eccellenza italiana nel mondo, un formaggio che fosse all’altezza della fama del “Bel Paese”.
Il formaggio, con la sua confezione caratteristica che riportava una mappa dell’Italia e un ritratto di Stoppani, divenne ben presto un simbolo del Bel Paese Italia. Nell’ottica di Galbani il nuovo formaggio doveva competere con i prodotti francesi e allo stesso tempo doveva rappresentare un simbolo dell’Italia culinaria.
La scelta del nome “Bel Paese” si rivelò una mossa di marketing geniale, in quanto associava immediatamente il prodotto all’Italia e alle sue peculiari bellezze naturali.
Il formaggio Bel Paese rappresenta un caso di marketing ante litteram dalla scelta del nome al design dell’etichetta e delle confezioni (proprio quando i formaggi venivano venduti sfusi e al taglio) sino alla réclame e ai materiali commerciali destinati a venditori e dettaglianti. L’obiettivo era chiaro: fare del Bel Paese una marca nota in tutta Italia (e anche all’estero), renderla riconoscibile e farne parlare il più possibile.
Ripeto, un’idea geniale.
Il successo del Bel Paese è stato duraturo, e il nome è diventato sinonimo di formaggio italiano nel mondo.
E’ proprio vero, come affermò Petrarca, siamo orgogliosi di vivere ne “𝒊𝒍 𝒃𝒆𝒍 𝒑𝒂𝒆𝒔𝒆, 𝒄𝒉’𝑨𝒑𝒑𝒆𝒏𝒏𝒊𝒏 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒆 ‘𝒍 𝒎𝒂𝒓 𝒄𝒊𝒓𝒄𝒐𝒏𝒅𝒂 𝒆𝒕 𝒍’𝑨𝒍𝒑𝒆» e questo sia Stoppani che Galbani l’hanno capito prima di tutti.