Oggigiorno vengono pubblicati, solo considerando i paesi anglosassoni, ogni anno alcune decine di migliaia di libri di business (evidentemente ogni markettaro ha da dire la sua), ma nonostante questo, “Ovvio Adams” continua ad essere, nonostante gli anni, probabilmente il libro più rilevante nel mondo della comunicazione e del marketing.
Il New York Times 100 anni fa scrisse: Un giovane che vuole ottenere successo del mondo della pubblicità deve avere sempre con sé il manuale di Robert Updegraff “Obvious Adams – The story of a successful businessman”.
Il libro di cui parlava il New York Times divenne istantaneamente un successo editoriale ed ancora oggi, ad oltre cento anni dalla sua pubblicazione, nonostante che il mercato sia in continuo mutamento, continua ad essere probabilmente il libro di business più importante mai scritto per la sua semplicità, sintesi e applicabilità.
“Ovvio Adams” pubblicato nel 1916 è un libriccino di poche pagine, reperibile facilmente e gratuitamente in formato PDF in rete anche nella sua versione originale. Adams propone soluzioni semplici a problemi complessi, ed infatti nel suo libro afferma “l’ovvio è quasi sempre semplice, così semplice che molte volte un’intera generazione di uomini e donne lo guarda senza vederlo. Dobbiamo diffidare quando vediamo un’idea eccessivamente complicata, perché probabilmente non è ovvia”. Adams consiglia di non scartare le soluzioni più ovvie ad un problema proprio perché possono essere le migliori e le più lineari, immediatamente comprensibili a tutti.
Adams definì alcuni principi che possono aiutare le persone ad individuare la “potenza dell’ovvio”. Nella comunicazione pubblicitaria. In primo luogo, dopo che è stata trovato uno slogan efficace, tutto sembra ovvio. L’ovvio è infatti in piena armonia con la natura umana, non ha un costo, è semplice ed immediato da capire e raggiunge in pieno l’obiettivo.
Grazie alla sua ovvietà Adams divenne, da archivista, vicepresidente di una delle più prestigiose agenzie di pubblicità dell’epoca. Produsse slogan e testi di campagne pubblicitarie fortemente impattanti. Per le pesche della California scrisse, dopo aver osservato a lungo tutto il processo di produzione “sei minuti dal frutteto all’ inscatolamento”, pesche maturate sotto il sole della California, ” raccolte appena mature”, ” selezionate da ragazze in uniforme bianca, “” sbucciate e inscatolate automaticamente sotto vuoto”. Ai nostri creativi-a-tutti-i-costi che si muovono al di sopra della banalità quotidiana, questi messaggi possono apparire triti e ritriti, appunto troppo, ma veramente troppo ovvii, che non giustificherebbero il loro prezioso intervento.
Ed invece qui risiede il buon senso nella pubblicità; ci viene in mente come riuscì Alka-Seltzer a raddoppiare le vendite semplicemente “istruendo” i suoi clienti a usare due tavolette al posto di una. Come? Ovvio, mostrando una pubblicità in cui nel bicchiere venivano introdotte due tavolette effervescenti al posto di una, rimarcando poi la modalità d’uso col jingle “Plop Plop, Fizz Fizz”. Altrettanto ovvia e interessante fu la comunicazione che permise il forte aumento del consumo di shampoo, l’istruzione che fu scritta sul fronte della confezione recitava: “insaponare, risciacquare e ripetere”. Fu proprio quella parola ripetere, ovvia, che spinse i consumi. Altri marketer riportano che l’aumento delle vendite di una polvere per il sudore dei piedi fu possibile semplicemente aumentando la dimensione dei buchi nel barattolo per far fuoriuscire la polvere. Altri segnalano che il consumo di dentifricio aumentò quando le immagini pubblicitarie mostravano la parte delle setole dello spazzolino interamente coperto dalla pasta dentifricia. Personalmente ricordo di un punto vendita che voleva aumentare il traffico in una zona del negozio meno frequentata, fu sufficiente posare sul pavimento un film adesivo tipo tappeto-guida che portava l’acquirente verso la meta prestabilita. Ovvio.