Cosa hanno in comune I Beatles, Gianni Morandi, Tom Jobim e tutti i cantanti dall’ultimo mezzo secolo? Facile, parlano d’Amore, cantano d’Amore.
Se dalle nostre parti almeno, per una canzonetta, le parole CUORE e AMORE sono una rima obbligata (o quasi), una ricerca ha evidenziato come non si tratti solo di un’italica predilezione.
Una disamina scientifica della rivista Billboard sulle 1250 canzoni più popolari successive al 1960 (nelle lingue più diffuse al mondo) ha verificato l’intensità e la frequenza degli stereotipi in materia di amore (ma anche di sessualità).
Il 71% delle canzoni prese in esame faceva infatti riferimento a relazioni amorose, il 57% impiegava la parola amore (soprattutto in senso romantico). Non solo, quando erano gli uomini a cantare i contenuti riferiti all’amore e alla sessualità aumentavano significantemente rispetto alle cantanti donne. Probabilmente la stessa analisi condotta sulle poesie mostrerebbe una situazione analoga.
La formula per una canzone di successo quindi è alla portata di tutti, ora che sappiamo anche scientificamente quello che il pubblico chiede, e da sempre. Ed il mercato evidentemente premia i contenuti amorosi (ed il marketing ne tiene di conto).
L’amore, che sia romantico, familiare o platonico e sensuale, è un tema che tocca tutti in modo diretto. Questa universalità lo rende immediatamente comprensibile e coinvolgente,
indipendentemente da cultura, lingua o epoca. Nelle canzoni, ciò si traduce in una connessione emotiva diretta con il pubblico.
Le canzoni d’amore (così come le poesie ma anche i romanzi rosa tipo Armony,) evocano emozioni forti, che vanno dalla gioia alla nostalgia fino alla passione. Il marketing musicale sfrutta questa potenza emotiva per coinvolgere il pubblico, consapevole che ciò che tocca il cuore difficilmente passa inosservato.
Tutto questo ci permette di capire perché la Bossa Nova (costola del Samba) ancora oggi, a distanza di oltre 70 anni continua ad avere uno spazio così importante. Tom Jobim il padre della Bossa preferiva definire molte delle sue opere musicali come “samba-canção”, una scelta terminologica non casuale: Jobim e altri pionieri della bossa nova, come João Gilberto, cercavano di innovare il panorama musicale brasiliano senza entrare in conflitto con il samba “istituzionale,” considerato da sempre un pilastro della cultura brasiliana.
La Bossa parla d’amore in modo naturale. I ritmi sincopati e le melodie sussurrate creano un’atmosfera intima, quasi come se la musica fosse una conversazione privata.
Penso che la bossa nova di Jobim non solo rappresenti un modello per le canzoni d’amore, ma anche una filosofia musicale: quella di cercare la bellezza nel semplice, nel quotidiano, nel sussurro d’amore. Questo, forse, è il segreto del perché certi brani riescano a rimanere immortali.
Una bossa-nova di Tom Jobim sintetizza efficacemente, ripetendo il concetto all’infinito, cosa deve sottendere una canzone d’amore: “𝑰𝒐 𝒔𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒎𝒊 𝒊𝒏𝒏𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆𝒓𝒐̀ 𝒅𝒊 𝒕𝒆, 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒂 𝒍𝒂 𝒎𝒊𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒕𝒊 𝒂𝒎𝒆𝒓𝒐̀, 𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒗𝒐𝒍𝒕𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒐𝒗𝒓𝒐̀ 𝒂𝒍𝒍𝒐𝒏𝒕𝒂𝒏𝒂𝒓𝒎𝒊 𝒅𝒂 𝒕𝒆 𝒕𝒊 𝒂𝒎𝒆𝒓𝒐̀, 𝒅𝒊𝒔𝒑𝒆𝒓𝒂𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒊𝒐 𝒔𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒕𝒊 𝒂𝒎𝒆𝒓𝒐̀”.
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