All’alba del XX secolo, l’avvento della tecnologia sconvolse profondamente il mondo del lavoro, decretando nella Londra della secolo scorso la fine di antichi mestieri come quello dei Link-boys e degli Knockers-up… soppiantati da orologi economici e dall’illuminazione pubblica. https://www.freniricerchedimarketing.com/cerano-una…/
Parallelamente, il progresso tecnologico ha generato nuove professioni, in particolare nel settore della telefonia, dove si è assistito a una rapida crescita e successiva contrazione di posti di lavoro, prevalentemente femminili.
L’evoluzione tecnologica ha infatti presto reso obsolete queste mansioni, portando a una contrazione occupazionale su larga scala. Sto parlando della comunicazione a distanza e delle donne che “connettevano”, inserendo due jack (quello del chiamante e del ricevente) in un pannello, due cornette telefoniche tra di loro.
𝐅𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐞̀ 𝐦𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐯𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐥𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐚.
Gli utenti alzavano la cornetta, senza dover comporre alcun numero. “Numero, per favore?”, chiedeva l’operatrice, e poi “Rimanga in linea per favore” mentre rimuoveva e rimetteva abilmente i jack per collegare la chiamata.
Se il numero era sul centralino dell’operatrice, questi avrebbe collegato la chiamata inserendo il cavo di chiamata nella presa appropriata. In caso contrario, avrebbe trasferito la chiamata ad un altro centralino, dove un’altra operatrice sarebbe stata in grado di collegare il chiamante.
Le centraliniste dovevano possedere requisiti fisici rigorosi: altezza per raggiungere i pannelli, udito e vista perfetti, senza l’uso di occhiali, e una salute robusta (non soffrire di tosse tisica).
Questa attività dei centralini telefonici, che richiedeva un numero incredibile di operatrici, è proseguita fino a che non fu inventato il disco posto sul telefono per comporre i numeri da chiamare.
Nel giro di poche settimane, il tempo di sostituire gli impianti, le centraliniste passarono dall’essere del tutto essenziali a del tutto opzionali; invece di collegare le chiamate tramite fili, ora premevano dei pulsanti e … ancora la trasformazione non era finita.
I telefoni stavano rivoluzionando la comunicazione, rendendo le distanze più brevi e ne espandevano la portata “rendendo milioni di persone che altrimenti sarebbero state inaccessibili l’una all’altra capaci di conversazioni istantanee e in tempo reale “.
Con l’avvento dei centralini automatici e dei telefoni a toni, il ruolo della centralinista è andato progressivamente scomparendo. Anche se qualche cosa è rimasto nell’interlocuzione telefonica.
𝐀𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐞𝐥𝐞𝐟𝐨𝐧𝐚𝐭𝐚, 𝐥𝐞 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐥𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐞 𝐚𝐧𝐧𝐮𝐧𝐜𝐢𝐚𝐯𝐚𝐧𝐨 “𝐏𝐫𝐨𝐧𝐭𝐨” 𝐧𝐞𝐥 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐠𝐚𝐯𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐚. 𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐜𝐚𝐯𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐚𝐫𝐢𝐟𝐟𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞𝐫𝐚 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐥’𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐧𝐭𝐨 𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐫𝐞.
Il costo della comunicazione era infatti legato al pagamento a tempo della telefonata (cosa oggigiorno inconcepibile). Le comunicazioni telefoniche erano un lusso e ogni secondo contava. Tutto questo dava un preciso significato al “pronto” che poi, pur permanendo, si è evoluto nel tempo e ha assunto sfumature diverse a seconda del contesto.
Anche con la diffusione del telefono a disco nelle case, il termine “pronto” si era radicato così profondamente nella nostra cultura, perdendo il suo carattere economico, da diventare un automatismo ed è rimasto come formula di apertura di una conversazione magari aggiungendo, “chi parla?”
È interessante notare come in altre lingue e culture esistano espressioni analoghe a “pronto”, ma con sfumature di significato diverse e non legate alla tariffazione. Ad esempio, in inglese la centralinista diceva “Hello”, una connotazione più amichevole e informale, seguita da “Number, please” (Numero, per favore).
In francese, si dice “Allô” che è una contrazione di “Allons-y” (Andiamo). Mentre in spagnolo, la formula più comune è “Dígame” (Dimmi), che è un invito a parlare. In tedesco, si dice “Ja?” (Sì?), che è una forma abbreviata di “Ja, bitte?” (Sì, prego?).
Con la diffusione delle lingue e dei contatti internazionali abbiamo assistito ad una standardizzazione di alcune formule, ma in italiano l’espressione “pronto”, con la sua associazione con l’inizio della tariffazione, mi ha portato a riflettere sulle ultime Hello Girls che gestivano ancora individualmente e manualmente le telefonate intercontinentali.
Nell’ormai lontano 1974 telefonavo dal brasile in Italia “a cobrar” cioè indicavo alla centralinista che la conversazione era a carico del ricevente che, ovviamente, doveva accettare di pagare la tariffa.
Nel richiedere il collegamento io avevo anche la possibilità di chiedere di parlare esclusivamente con una persona specifica al fine di evitare di pagare del tempo in più per verificare e attendere che la persona fosse presente all’altro capo del telefono. Per seguire questa procedura naturalmente dovevo pagare un supplemento per consentire alla centralinista di accertare la presenza della persona richiesta. E’ pur vero che pagavo un extra ma il tempo del collegamento veniva interamente dedicato a parlare con la persona che avevo indicato.
La telefonista quindi si collegava con l’abitazione dei miei genitori, chiedeva se era presente quella determinata persona e solo dopo aver accertato la sua presenza e la disponibilità a pagare mi dava la linea.
in realtà io, furbetto, avevo stabilito un accordo con i miei genitori. Se volevo dire solamente che tutto andava bene indicavo alla telefonista di voler parlare con una persona inesistente e quindi, accertata l’assenza di questa persona riuscivo a informare i miei che tutto andava bene senza pagare alcuna tariffa. Se invece volevo effettivamente dialogare con i miei genitori indicavo il vero nome e mi connettevo pagando.
Una soluzione ingegnosa per ottimizzare le mie chiamate intercontinentali quando tutto era ok e non c’era null’altro da dire, soprattutto considerando i costi elevati dell’epoca delle telefonata a lunga distanza.
Quello delle centraliniste è uno dei mille casi di posti di lavoro persi. La storia è piena di esempi di professioni che sono nate, si sono sviluppate e poi sono scomparse a causa dell’innovazione tecnologica. Pensiamo, ad esempio, ai tessitori a mano sostituiti dai telai meccanici, o alle segretarie soppiantate dai dittafoni e dai computer.
L’innovazione tecnologica offre sempre nuove opportunità di crescita e di sviluppo anche con la cosiddetta Intelligenza Artificiale che molti temono.
E allora, diamoci da fare!