La chiusura delle edicole, o la loro trasformazione in attività che vendono altri prodotti, è un fenomeno diffuso a livello globale, dovuto principalmente alla diminuzione della domanda di giornali cartacei.
In Brasile, molti edicolanti hanno adottato strategie di marketing creative per sopravvivere, ampliando la loro offerta con prodotti diversi come bibite, caramelle, giocattoli, vestiti di carnevale per bimbi, ricariche telefoniche, sostituzione vetri cellulari, fotocopie e souvenir… Questa diversificazione, basata sulla domanda del vicinato, consente loro di attrarre una clientela più ampia di quella dei lettori di quotidiani cartacei e di compensare il calo delle vendite dei giornali.
Ho trovato interessante l’idea di vendere i giornali invenduti a peso per diversi usi (lettiera per gatti, pulizia, traslochi…), un’ottima intuizione di marketing del buonsenso. Anche molte riviste, che normalmente hanno un ciclo di vita più lungo (viaggi, turismo, scienza, storia, giochi, fumetti…), vengono vendute a prezzo ridotto quando sono sostituite dall’ultimo numero in uscita. Invece di restituire le riviste e i giornali al distributore, con conseguenti costi di trasporto e smaltimento, gli edicolanti hanno creato un mercato alternativo per questi prodotti, generando un piccolo profitto aggiuntivo e riducendo l’impatto ambientale.
In Italia, purtroppo, non mi risulta che questa pratica sia diffusa. La maggior parte dei giornali invenduti viene restituita al distributore, con un sistema di reso che prevede un rimborso parziale del costo. Questa soluzione non è ideale, in quanto comporta comunque uno spreco di risorse e un impatto ambientale negativo.
La storia degli edicolanti brasiliani che si reinventano per sopravvivere è un esempio di come il marketing del buonsenso, unito all’attenzione ai nuovi stili di vita e alle esigenze dei consumatori nelle vicinanze dell’edicola, possa fare la differenza.
Prima di chiudere definitivamente, le edicole, da semplici punti vendita di giornali, potrebbero evolversi in spazi polifunzionali, offrendo servizi aggiuntivi (magari proponendo anche libri usati a basso prezzo) e valorizzando il legame con il territorio e la comunità.
Si tratta banalmente di trasformare le edicole, da sempre frequentate quotidianamente, in presidi di comunità e servizi di prossimità. Osservare la domanda e riformulare l’offerta, Proviamo.