Forse qualcosa bolle in pentola, se è vero che una nuova strategia richiede un nuovo slogan.
La più grande “nazione” sovrannazionale di Facebook conta 2,5 miliardi di utenti attivi al mese, tra questi 1,5 miliardi attivi ogni giorno; una parte cospicua della popolazione umana. Di sicuro tutta l’umanità significativa dal punto di vista dei consumi.
In effetti l’utenza di Facebook costituisce una nuova specie di comunità, una super-nazione priva però delle attribuzioni fondamentali della struttura statale: la capacità di imporre tasse e l’emissione di una valuta.
Ma siamo alla vigilia di una novità in questo senso, ed infatti Facebook ha annunciato di volersi attrezzare con una propria valuta, denominata Libra, che poggia su una blockchain, un sistema di registrazione, certificazione e controllo dei dati, affinché rimangano inalterabili.
Ma le novità si intravedono anche per quello che riguarda l’altro aspetto, quello dell’imposta, che assumerebbe la forma di un canone di utilizzo.
Ci sono alcune coincidenze che devono farci riflettere. Proprio recentemente infatti, Facebook ha sostituito il motto che compariva da anni sulla su homepage “è gratuito e lo sarà sempre” con “è veloce e facile”.
A che pro togliere la parola “gratuito”? anche perché nella sua policy Facebook avverte l’utente “non garantiamo che la piattaforma sarà sempre gratuita”.
E così vi chiedo: continueresti ad utilizzare le diverse app presenti sul mercato se tu dovessi pagare un canone mensile?
Questa evenienza sembrerebbe profilarsi dietro le evidenze della ricerca condotta dal McGuffin Group per verificare presso un campione di 2.000 user la disponibilità a sostenere un costo per continuare ad utilizzare le loro app favorite.
Quasi 3 user di Facebook su 4 sarebbero disposti a sostenere un costo mensile di circa 3 Euro al mese (una capacità di retention del 64%).
Ma il valore monetario anche per le altre app sarebbe più o meno simile a parte youtube che avrebbe un maggior valore con un dislivello di circa 1 Euro.
Come si vede il sondaggio, in maniera molto esplicita, indica quanto potrebbero guadagnare le app adottando un nuovo modello di business, che andrebbe a coincidere perfettamente con il nuovo slogan.
Non solo: perché dovendo fornire i dati della propria carta di credito, immagino che sparirebbero moltissimi profili falsi, con ulteriore beneficio per Facebook, che potrebbe arricchire i profili degli utenti con le rispettive coordinate bancarie, recuperando lo svantaggio che al momento ha nei confronti di Amazon, la più importante potenza commerciale del mondo.
Inutile precisare che ricerche di mercato di questo tipo non siano disinteressate e che qualcuno, chiunque esso sia, le ha verosimilmente commissionate e retribuite.
E comunque gli slogan, quando creati scientemente in un’ottica di marketing, hanno sempre una ricaduta nel mondo reale.