Il mondo della moda femminile è largamente dominato da uno stereotipo nordico; le testimonial sono longilinee bionde e dalla pelle chiara, figure nelle quali l’acquirente donna vorrebbe riconoscersi (e l’uomo si sente attratto).
Ma, in un atto di provocazione , anche pro-domo-sua, Deddeh Howard, una modella liberiana ventisettenne, si è sostituita alle modelle di origine “caucasica” più famose , mostrandoci fianco a fianco sia la “bianca” della pubblicità sia la “volta” in negativo e mettendo in evidenza il gap tra il “bianco” ed il “nero” che abita la comunicazione del prodotto moda.
Il progetto BlackMirror rappresenta così una originale forma di protesta verso la visione unidimensionale della comunicazione del prodotto moda, che privilegia nel rivolgersi alla fascia di mercato più esclusiva uno stereotipo etnico (per non dire razziale).
Deddeh sembra aver fatto proprie le parole di Alice Attraverso Lo Specchio: “Ora, ti dico quali sono le mie idee sulla Casa dello Specchio. Prima di tutto, c’è la stanza che vedi attraverso lo specchio – che è perfettamente identica al nostro salotto, solo che le cose vanno nell’altra direzione.”
In questo gioco di specchi applicato alle campagne di Chanel, Calvin Klein, Guess, Louis Vuitton emerge una rilettura affascinante del concept fotografico ma anche uno schiaffo alle scelte di marketing comunicazionali delle grandi firme globalizzate.
Un adeguamento della comunicazione pubblicitaria a livello locale, variando la parte visual con altre etnie-target, potrebbe essere la chiave di volta per allargare il bacino delle clienti potenziali.