Diceva Henry Ford che gli americani erano perfettamente liberi di comprarsi l’auto del colore che preferivano, finché fosse nera.
Oggi certamente c’è maggiore scelta rispetto ai tempi di Ford, anche se c’è tuttora un mercato, il Brasile dove il colore di un’auto resta fortemente condizionato. Il condizionamento non proviene dal produttore ma invece dalle valenze associate al codice colore. Sono in effetti i produttori automobilistici a doversi adattare alle varie esigenze di quel peculiare mercato, il quarto nel mondo per dimensioni, per poter vendere.
Subito dopo la partenza le portiere si chiudono automaticamente per evitare l’apertura dall’esterno. Le auto in Brasile in maggioranza sono flex ossia attrezzate sia per un’alimentazione a benzina che per quella ad alcool, sono fornite, indipendentemente dall’economicità del modello, praticamente sempre, di aria condizionata, dispongono di vetri affumicati di serie per evitare di mostrare al passante chi e cosa vi sia all’interno; infine, evitando i colori appariscenti, sono di colore bianco, argento e, soprattutto, nero. Ma perché mai in un paese tropicale si vendono così tante vetture nere che si arroventano sotto il sole.
Specialmente in Brasile, il colore nero delle automobili sprigiona e trasmette significati legati ai concetti di potere/autorità (legittime ed illegittime), opacità, segretezza allontanando i furfanti.
Se ci fate caso tuttora nei film l’auto della polizia (o dei servizi segreti), in sosta accanto al marciapiede in attesa del malcapitato di turno da inghiottire, è di regola nera, così come i suoi occupanti in giacca e cravatta nera e, of course, ha i vetri scuri.
L’auto di color nero cerca di significare ai malintenzionati che stanno seriamente rischiando di far irritare proprio quel tipo di personaggi che non apprezzano affatto essere irritati…