Non perdere troppo tempo a impacchettare in maniera preziosa il regalo. Potresti ottenere l’effetto contrario a quello che cerchi.
Mentre nel settore industriale è indispensabile realizzare un packaging perfetto, che informi precisamente sul contenuto e ne renda massimamente desiderabile l’utilizzo, nell’incartare un regalo impacchettandolo in maniera preziosa si rischia l’effetto contrario a quello ricercato, quello di suscitare una buona impressione per il contenuto.
Questo è quanto si ricava da un curioso studio pubblicato sul Journal of Consumer Psychology: .
La ricerca, che ci è sembrata particolarmente interessante, mette a confronto lo stesso oggetto offerto in confezioni regalo diverse, da quella più raffinata a quella più arrangiata.
La confezione raffinata infatti innalza le aspettative, e quindi il destinatario parte dal presupposto che il contenuto sia all’altezza di queste aspettative.
Più chic era il packaging, meno intensa la reazione emotiva nel vedere il regalo.
La confezione meno elaborata riduce infatti le aspettative e quindi innalzava la sorpresa e l’emozione quando il pacco regalo svela il suo contenuto.
Se volete far brillare gli occhi del vostro partner, provate a nascondere un bel regalo in una confezione un po’ sciatta, l’effetto sarà sorprendente.
Ma da cosa deriva questa voglia di impacchettare i regali?
L’usanza risale all’era vittoriana quando era considerato elegante impacchettare gli oggetti con dei tessuti di pregio, fermati da un bel nastro.
Arriviamo nel 1917, quando durante una festa della fine dell’anno, in un negozio del Missouri erano terminati i tessuti per confezionare il regalo era rimasta una carta decorata. Il successo fu immediato, e successivamente fu la catena Hallmark che dette origine all’industria moderna della carta da regalo.
Ma fu un sociologo, Theodore Caplow, che analizzò a fondo la fenomenologia del pacco-regalo e della sua capacità nel generare un effetto sorpresa.
I suoi studi furono ripresi successivamente da un antropologo, James Carrier, che individuò un parallelo tra la pratica di impacchettare i regali ed il packaging dei prodotti di largo consumo. Carrier evidenziò, tra l’altro, come l’impacchettamento trasformi un banale e impersonale oggetto anonimo di largo consumo in un qualcosa di personalizzato. Se io regalo un qualsiasi oggetto e lo confeziono come regalo appositamente per qualcun altro, l’oggetto ne risulta impreziosito dalla sensazione “l’ha scelto ed acquistato proprio per te”.
Stiamo parlando del confezionamento di un regalo come di una pratica attuale nella società contemporanea occidentale, ma si deve tenere presente che l’arte di impacchettamento esisteva già un paio di millenni fa nell’Antica Cina, e nella cultura giapponese.
Ci sono molti oggetti che vengono prodotti ed acquistati proprio per essere regalati, piuttosto che per un utilizzo personale. L’industria potrebbe ipotizzare dei packaging personalizzabili per impacchettare tutti quei prodotti che possono assumere anche la funzione di oggetti regalo. E qui la fantasia si può sbizzarrire con degli effetti interessanti sulle vendite proprio nei periodi in cui i regali vanno per la maggiore, basta riflettere sull’effetto sorpresa di un bambino quando scarta un regalo inatteso per capire il potenziale di questa strategia di packaging .
La gioia più grande è quella che non era attesa.
(Sofocle)