Tornando a casa con la spesa!
Nel remotissimo 1962 la prestigiosa rivista Grocer pubblicava un articolo dal titolo “Il Negozio del Futuro”, annunciando quanto segue:
I negozi del futuro saranno progettati in accordo alle nuove tendenze nel settore dei trasporti. Avremo apparecchi a decollo verticale per consentire agli acquirenti di atterrare, evitando gli ingorghi del traffico, in aree di parcheggio riservate a non di più di 100 metri dall’ingresso. Il negozio fornirà inoltre servizi per l’intrattenimento e la supervisione dei bambini.
A corredo dell’articolo c’era pure un’illustrazione nella quale madre, figlia e cane tornavano a casa dallo shopping a bordo di una sorta di disco volante (notare un’altro disco parcheggiato fuori casa).
Gli autoveicoli volanti personali erano un po’ una fissazione dell’epoca, al punto che in Europa si riteneva che a breve, almeno negli Stati Uniti, la civiltà delle automobili sarebbe stata sostituita dalla civiltà degli elicotteri.
I supermercati del futuro avrebbero perso la loro forma quadrata per passare ad una pianta circolare circondata da una serie di piccoli negozi specializzati, anche questi a forma circolare, situati lungo il perimetro. Un vero e proprio centro commerciale ante litteram. I clienti, comodamente sistemati su delle piccole piattaforme mobili autonome, potevano aggirarsi di negozio in negozio alla ricerca per i loro acquisti. Ma si ipotizzava anche che il cliente, mentre scambiava due chiacchere con altri clienti, se ne stesse comodamente seduto mentre era la merce a ruotargli intorno per essere selezionata.
Ma in nessun caso era previsto il ritorno dell’assistente alle vendite, il self service era sempre dato per scontato.
Importante, sembra, era muoversi il meno possibile e le conseguenze di questo atteggiamento sul piano della figura corporea statunitense media sono anche troppo visibili .