Fu la scoperta delle Americhe a spostare il centro dei commerci (degli scambi, quindi della ricchezza, quindi del potere) dall’Oriente all’Atlantico.
Fino al XVIIº secolo la Cina poteva considerarsi l’epicentro del mondo (l’Impero di Mezzo), la prima potenza economica del pianeta, per poi progressivamente collassare davanti all’ascesa delle potenze coloniali europee.
Adesso i segnali di un ritorno dell’Asia (Cina ed India, in primo luogo) sulla scena in veste di protagonista, un fenomeno verificatosi negli ultimi pochi decenni, diventano sempre clamorosi.
La Cina sta allestendo con un investimento pari a 4mila miliardi di dollari un collegamento ferroviario (OBOR: “One Belt, One Road” ) che coinvolgerà 65 nazioni ed il 70% dell’attuale popolazione mondiale.
www.nextbigfuture.com/2016/12/chinas-obor-4-trillion-will-span-65.html
Quello che per tanti secoli è stato il lento flusso di merci lungo la via della seta adesso subisce un’ulteriore vertiginosa accelerazione. Rispetto al trasporto marittimo i tempi del trasporto ferroviario tra Asia ed Europa si dimezzano ma aumentano, di 2-5 volte, i costi: oggi il 90% dei commerci internazionali avviene via mare.
Secondo uno studio del McKinsey Global Institute “i paesi meglio collegati al flusso globale di commerci, finanza, dati e persone crescono del 40% in più rispetto ai paesi meno connessi. Continuando a spingere la domanda un’Asia meglio connessa ed integrata rappresenterebbe un beneficio anche per il resto del mondo.”
La OBOR rappresenta un tentativo di unire Asia e Europa fisicamente ma innanzitutto economicamente creando un unico spazio dove la Cina rappresenta l’elemento propulsore, una sfida agli Stati Uniti ed il loro modo di pensare il commercio mondiale.