Quante cose sono cambiate dall’inizio del XX secolo quando le carrozze erano ancora trainate da cavalli, il cielo riservato ai volatili e nessuno aveva ancora disturbato la luna. Certamente mai il pianeta dei viventi era tanto cambiato nel giro di così poco tempo!
In questo frattempo sono cambiati anche gli italiani ma molti non se ne sono ancora resi conto, almeno nel mondo della produzione di arredi e di abbigliamento. In Italia tra il 1861 ed il 1961 l’altezza delle reclute militari era aumentata di circa 10 cm.
L’alimentazione, le condizioni igieniche, le malattie, ma anche l’attività fisica praticata negli anni dello sviluppo possono influenzare infatti la statura raggiunta in età adulta. Così dal 1961 ad oggi l’altezza media degli uomini italiani si è ulteriormente innalzata a 175 cm (163 cm per le donne).
Nel frattempo le misure in uso per tavoli, sedie, divani, tavoli da lavoro … restano ancora quelle stabilite agli albori della produzione industriale mentre le taglie degli italiani si sono evolute, allungandosi significativamente.
Oggi i 190-195 x 160 cm rappresentano gli standard dei materassi matrimoniali sono spesso insufficienti per assicurare il riposo a una quota molto importante di italiani ormai fuori standard, così come le misure dei plaid risultano insufficienti per assicurare il comfort (inevitabilmente, comunque li giri, il busto o i piedi o le mani restano al freddo). Le misure in questo caso contano e hanno un’importanza ancora superiore quando il manufatto è destinato ai mercati del nord Europa o agli ospedali (dove si assiste alle comiche del paziente, magari in ortopedia, che si deve adattare alle misure).
Il produttore dei materassi rispetta le misure del produttore di reti e di letti mentre il produttore di reti e letti rispetta le misure del produttore di materassi senza preoccuparsi dell’utente.
Ci sono conseguenze anche in materia di abbigliamento: alcuni numeri, alcune taglie diventano sempre più difficili da trovare sugli scaffali. E quando un paio di pantaloni va giusto di vita, sempre più spesso bisognerà intervenire per accorciarlo. Perché le misure M ed L all’uomo medio di oggi non stanno proprio più.
È questa una problematica nella quale ripetutamente ci siamo imbattuti, che la ricerca di mercato evidenzia regolarmente, scontrandosi con la percezione dei produttori, convinti come sono, che le misure standard siano effettivamente anche oggi standard, invece che il residuo di un tempo ormai trascorso.
C’è quindi uno spazio di mercato aperto e disponibile per chi volesse aprirsi all’innovazione anche nell’adozione di nuovi indici antropometrici, questa volta, quelli effettivi, anche per evitare vizi posturali e, ahimè, dolori della cervicale.