Secondo The Global Slavery Index (www.globalslaveryindex.org) nel 2014 gli essere umani che vivevano in condizioni equivalenti ad una moderna schiavitù ammontavano a quasi 36 milioni, in larga parte detenuti in paesi d’Africa e Asia.
Si tenga presente per un confronto che si stima in 12 milioni il numero di africani trasportati nel corso di un paio di secoli nelle Americhe in condizioni di schiavitù e che quindi l’asservimento degli esseri umani non rischia l’estinzione.
Sul piano legale l’ultimo paese ad abolire la schiavitù è stata la Mauritania (1981) e che dal 2007 il possesso di schiavi è punibile per legge.
Ci si potrebbe comunque stupire del fatto che The Global Slavery Index indichi la presenza di schiavi nel nostro paese, stimata nell’ordine di 11.400 individui.
Cioè, ci se ne potrebbe stupire se non si facesse il mestiere che facciamo noi, la ricerca di mercato e quindi anche la ricerca in ambito sociale. In grazia della nostra attività professionale siamo venuti a conoscenza (anno di grazia 2015) di prostitute retribuite a 5 Euro a prestazione (è la legge del mercato) e, udite, udite, di operai immigrati assegnati a “lavori di pubblica utilità” da una cooperativa che li retribuisce con 2 Euro l’ora.
Siamo a Firenze, la capitale dell’umanesimo. Il tutto, mi assicurano, nel pieno rispetto della legalità.
Honni soit qui mal y pense.