Contrordine sui consumabili.
Niente è più delicato e fragile dei beni immateriali, per cui patrimoni cumulati nel corso di decenni si possono dissolvere in pochi giorni ed un’immagine costruita nel tempo si può degradare alla velocità del lampo.
La fedeltà alla marca ne è un esempio.
Forse questa è stata la preoccupazione del CEO di HP quando ha comunicato l’intenzione di rinunciare al DRM (Digital Rights Management) delle cartucce di inchiostro delle sue stampanti.
Come avevamo segnalato qualche giorno fa, un “aggiornamento software” impediva alle stampanti HP della Serie Office jet Pro di utilizzare cartucce di inchiostro di parti terze.
Tramite una modifica software, retroattivamente rispetto al momento dell’acquisto della stampante, ed all’insaputa dell’utente, era stata introdotta una modifica al funzionamento dell’hardware.
Adesso qualcuno sembrerebbe essersi reso conto della portata del danno d’immagine, dalle conseguenze molto più vaste del vantaggio economico che poteva derivare ad HP dal costringere l’utenza a “scegliere” le sue cartucce d’inchiostro!
Tra l’altro le cartucce rigenerate oltre che a costare molto meno hanno un minore impatto ambientale.