Perché non affrontare la sfida dei mercati internazionali quando ci si sente all’altezza?
Ma non si dovrebbe fare l’errore di mantenere comunque con i mercati esteri l’identico approccio utilizzato nei confronti del mercato domestico, dove magari risulta vincente. Per avere successo si dovrebbe avere la possibilità di adattare i nostri prodotti (anche quelli Business to Business) alle particolari necessità di quel particolare mercato, in termini spesso anche comunicazionali.
- Questi alcuni aspetti da esaminare prima di imbarcarsi nella nuova avventura, sia sul fronte del rapporto commerciale con chi ci rappresenterà sia nei confronti dell’acquirente finale:Il nostro prodotto è idoneo?
- Il prezzo, sostenuto dall’immagine del brand, è competitivo?
- Chi si occuperà della distribuzione?
- Possiamo garantirgli un adeguato ritorno in termini economici e di immagine?
- Che tipo di contratto andremo a stipulare?
- Saremo in grado di offrire un adeguato servizio post vendita?
- Necessita un magazzino?
- Quale è lo stock minimo di merce da immettere sul mercato?
- Siamo in grado di gestire magazzino, logistica e trasporti per garantire un servizio di qualità?
- Quali sono i termini di pagamento offerti anche in relazione alle politiche commerciali dei concorrenti?
- Siamo in grado di assicurare una presenza adeguata e continuativa in loco?
- Abbiamo una sufficiente dimestichezza con la lingua e la contrattualistica locale?
Quando e se abbiamo una risposta positiva ai diversi quesiti, la lista non è esaustiva ma sufficiente, possiamo fare le valige e decollare.