Le attese del mondo politico si focalizzano sulle prossime elezioni in Emilia Romagna.
Nella prospettiva suggerita dai sondaggi si prevede un testa a testa tra lo schieramento di destra e quello di sinistra (anche se in definitiva molto dipende dalle scelte del Movimento 5 Stelle).
In termini di marketing politico, il rebus sta nelle motivazioni di una grossa quota di elettori che a votare non va più.
Chi vincerà?
Presumibilmente vincerà chi riuscirà a motivare al voto la fetta più grossa di quelli che (per tutta una serie di buoni e cattivi motivi) ultimamente alle urne non sono andati.
È indispensabile in termini di marketing analizzare i motivi di questo rifiuto per girarlo a proprio vantaggio. Solo in questo modo, ampliando la base degli elettori, diventa possibile modificare lo scenario.
Ma come è possibile acquisire parte di questo elettorato ribelle e/o recalcitrante al voto?
Ed ecco che entra in ballo la ricerca motivazionale di marketing. Infatti prima di tutto c’è bisogno di individuare le principali giustificazioni del non voto.
Eccone un repertorio, parziale, che emerge dalle ricerche sulle motivazioni:
- non voto perché non sono direttamente interessato
- non voto perché non conosco le politiche dei singoli partiti e quello che promettono
- non voto perché ho perso la fiducia, sono totalmente smagato e disilluso
- non voto perché nessuno mi rappresenta
- non voto perché sono tutti dei voltagabbana, promettono e poi cambiano continuamente sulla base della loro convenienza
- non voto perché so già chi vincerà indipendentemente dal mio voto
- non voto perché ho delle difficoltà oggettive (mobilità, anzianità …) ad esercitare il mio diritto di voto
A questo punto risulta chiaro che per riuscire a fare breccia anche in solo alcuni di questi micro-segmenti (per motivarli al voto) si devono definire delle strategie comunicazionali che poggiano su dei reali insight. Si, questo può veramente fare la differenza nella competizione elettorale.
I big data non risolvono la questione, perché non penetrano in profondità e devono necessariamente essere affiancati dalle evidenze scaturite dalla ricerca motivazionale.
Solo questa metodologia di raccolta dati, basata su di un sistema di ascolto dal basso (ben al di sotto anche della conversazione sui social) nei pubblici esercizi, nei mercati rionali, nelle piazze, può venire in soccorso di chi vuole vincere o, al limite, perdere onorevolmente.
Inutile fare i damerini di corte, in queste situazioni “À la guerre comme à la guerre”.