Non ci vuole un esperto di marketing per essere consapevoli che conoscere tutto di tutti è il vero obiettivo dietro sconti, promozioni, offerte, carte di credito, debito… Perché come eloquentemente dimostrano i patrimoni di Amazon, Apple, Facebook, Google, di questi tempi i beni immateriali si materializzano nella maniera più concreta.
In questo ambito, il nostro fortunato paese (manifestamente destinato ad ancora più fortunati destini) ha compiuto una svolta, decisiva ed irreversibile, con l’introduzione della fattura elettronica (già presente in alcuni paesi sud americani e in Portogallo).
Nel nostro fortunato paese ormai ogni transazione economica avviene con l’intermediazione dell’Agenzia delle Entrate (significativamente l’acronimo è ADE), che ricevuta la notifica dell’emissione della fattura da parte del fornitore di beni o servizi, provvede al suo inoltro all’acquirente di detti di beni o servizi. A tal uopo l’Agenzia, opportunamente, si avvale dei servizi di una società di servizi denominata Sogei, la quale si proclama “Società di Information Technology controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze” (consigliamo di vivamente di consultare Wikipedia al link https://it.wikipedia.org/wiki/Sogei).
Si concentra in questo modo all’interno di Sogei un patrimonio informativo senza precedenti. Ogni giorno leggiamo articoli su quante informazioni i vari social e marketplace hanno sui cittadini. Ma evidentemente queste sono quisquilie rispetto ai dati che vengono raccolti attraverso la fatturazione elettronica, che in Italia – va da sé – è stata estesa anche ai privati.
Eppure non mi sembra se ne parli abbastanza (forse perché tutto questo non viene sufficientemente rilanciato dalle agenzie stampa rimanendo fenomeno marginale) ed eventualmente se ne parla come di uno strumento per abbattere i consumi di carta (ed infatti, ad esempio, noi in azienda stampiamo molte più copie di prima) oppure come strumento definitivo per combattere l’evasione. Pur da inesperti, ma comunque uomini di mondo, possiamo ipotizzare che l’evasione IVA consensuale non venga toccata minimamente e comunque chi fino ad oggi non ha emesso fattura non inizierà di certo adesso anzi, forse, sarà più probabile assistere alla chiusura di tante micro-aziende che continuano a chiedere semplicemente di poter lavorare ma non sono in grado di adeguarsi alle nuove disposizioni.
Beh – facciamocene una ragione – siamo in presenza dell’archivio di informazioni più invasivo, analitico e potente di quanto sia mai stato possibile ipotizzare e realizzare. Facebook, Google e Amazon neppure fondendo tutti i dati in loro possesso potrebbero riuscire a cumulare in tempo reale e senza interruzione dati così sensibili sulle aziende ed i privati cittadini.
Nella società che Orwell descrive, i cittadini sono tenuti costantemente sotto controllo dalle autorità; “Il Grande Fratello vi guarda” era lo slogan sui manifesti del Grande Fratello. La Fattura Elettronica va ben oltre il controllo visivo, raccogliendo (in verità siamo noi ad inviarglieli) un’infinità di dati riservati e non, molti dei quali parte rilevante della indispensabile secretazione del know how industriale (oggi più che mai strategica). Si tratta di informazioni che hanno un enorme valore sul mercato, anche se di mercato illegale di informazioni riservate si tratta, ma chissà … forse qualche hacker o persona priva di scrupoli potrebbe farci un pensierino. Visti i precedenti (sono stati violati gli archivi più protetti al mondo e inoltre i bricconcelli non mancano mai) la cosa non sembra poi tanto improbabile. Possiamo comunque provare a difenderci con la formula “occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”, il potente rituale contro ogni tipo di fatture.