In Brasile esistono due grandi ecosistemi, oltre ad altri di minore grandezza: la foresta amazzonica e il cerrado. Entrambi vengono purtroppo distrutti dall’avidità umana con tutto quello che contengono.
Vediamo alcuni dati.
La foresta amazzonica, 4 milioni di km2, viene distrutta al ritmo di 10.000 km2 l’anno. In Amazzonia vivono 45.000 specie di piante e circa 1.000 uccelli diversi.
Il cerrado è esteso la metà, 2 milioni di km2 ma viene deforestato al ritmo di 30.000 km l’anno. Nel cerrado vivono 10.000 specie di piante – di cui oltre la metà endemiche, cioè esistono solo in aree circoscritte e in nessun’altra parte del pianeta – e 800 uccelli.
Il cerrado rappresenta un ecosistema unico, estremamente complesso e vario. Il cerrado è composto in larga parte da una bassa vegetazione di arbusti, privo di erba, habitat di molti mammiferi e specie di uccelli minacciate e rare. Il cerrado viene aggredito convertendolo in coltivazioni di soia, riso e mais, oppure adibito all’allevamento del bestiame. Il tasso di perdita dell’habitat lo ha fatto classificare come l’ecozona del mondo a distruzione più rapida e non vi sono segni di rallentamento.
Come si vede la deforestazione del cerrado avanza a ritmo molto più imponenti di quello che avviene nella foresta amazzonica ma nessuno parla del cerrado e pochi, anzi pochissimi all’esterno del Brasile ne conoscono addirittura la denominazione.
Meno dell’1% del cerrado viene protetto da programmi di tutela e solo il 20% mantiene la sua composizione originale. Al contrario l’Amazzonia risulta non solo più protetta dalle leggi nazionali ma viene anche supportata economicamente da grandi organizzazioni internazionali come l’Amazon Fund e l’Amazzonia Association. Queste associazioni raccolgono istituzionalmente denaro in tutto il mondo e erogano incentivi per tutti coloro, aziende e privati, che si impegnano nella conservazione della foresta.
Questi dati ci fanno capire che è il cerrado, che contiene la maggior parte del patrimonio delle biodiversità endemiche, fortemente a rischio di estinzione piuttosto che la foresta pluviale.
Come si vede siamo in presenza di un problema di branding. Da una parte troviamo la lussureggiante foresta amazzonica, che evoca mistero, bellezza e sensualità mentre dall’altra vi è il cerrado costituito da piante brulle, basse, dal clima semidesertico. Eppure ci confermano gli scienziati il cerrado rappresenta la base senza la quale la foresta amazzonica non potrebbe esistere. Ma nonostante questa attestazione scientifica tutta l’attenzione mondiale, anche da parte dei governi sovranazionali, è rivolta all’Amazzonia. La foresta è stata infatti oggetto di innumerevoli iniziative mediatiche. Anche Sting, tra i tanti, si è mosso in suo favore, facendosi fotografare con alcuni capi tribù indio. Non si considera che il cerrado, molto più che la foresta amazzonica, vanta innumerevoli, immense riserve dove gli indio possono pescare e cacciare e coltivare.
Salvare l’Amazzonia, massima concentrazione di acqua e ossigeno del mondo, è decisamente importante, ma salvare il cerrado che ne costituisce la base genetica è ancora più importante ed impellente.
Ma nonostante tutto l’attenzione di tutto il mondo è rivolta al solo brand Amazzonia.